Domenica 13 Giugno 2021
Inizi modesti, risultati insperati
Dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia a cresce ( Marco 4,27)
Quando gli uomini vogliono realizzare un progetto, spesso pretendono di avere a disposizione ingenti risorse economiche, di personale, di mezzi. Ma spesso i risultati non sono all’altezza delle risorse impiegate.
Dio invece agisce nella povertà e nella semplicità, senza fare rumore, senza ricercare previlegi, spesso con poche persone disposte a seguirlo, ma con questo stile raggiunge effetti straordinari.
È questo che Gesù vuol far capire ai suoi discepoli, per guarirli da due pericolose malattie.
La prima è l’affanno di chi agisce come se fosse solo, come se tutto dipendesse da lui, per poi spesso finire con un crollo totale. “Ardere” per Dio non vuol dire “bruciarsi”, esaurirsi: è Dio che si impegna in prima persona a realizzare il suo progetto. E’ Dio che è entrato nella storia per dare una svolta al suo corso. Il discepolo deve riconoscere, apprezzare, assecondare un’azione che lo supera. Quando questo non avviene è perché sta venendo meno la fiducia: fiducia in Dio, nel suo Spirito, in quel seme buono che Gesù ha deposto nel terreno dell’umanità. L’affanno è proprio il contrario della fede e rischia di provocare più danni che benefici. Il che non vuol dire stare con le mani in mano, ma operare con la serena certezza che Dio mantiene le sue promesse, al di là di qualsiasi nostra attesa.
La seconda malattia è l’impazienza: l’impazienza di chi non sa attendere, di chi vuole tutto e subito, di chi ha bisogno di segni eclatanti, sbalorditivi, che attirano l’attenzione dei media, che suscitano meraviglia e plauso.
E’ una febbre a cui, un tempo, andavano soggetti i giovani preti, appena arrivati in parrocchia, che volevano vedere subito i frutti del loro apostolato, dal momento che spesso la loro permanenza era piuttosto breve…E’ una febbre che oggi assale le comunità cristiane, smaniose di imporsi all’attenzione, di fare eventi grandiosi, di finire sui giornali.
Una società dello spettacolo ha, purtroppo, come effetto, anche una chiesa che intende essere spettacolare! Gesù chiede ai suoi di non vergognarsi degli inizi piuttosto modesti, se non addirittura insignificanti. Chi ha visto, in Palestina, un chicco di senape, sa che non
è più grosso di una capocchia di spillo…Tale sembra il Vangelo, confuso tra mille altri messaggi più seducenti e altisonanti. Tale è apparso anche Gesù, tanto da poter illudere i suoi nemici di poterlo eliminare, toglierlo di mezzo con relativa facilità. Tale era anche la chiesa delle origini, che contava tra i suoi membri un gran numero di persone appartenenti ai ceti più poveri e disagiati. Eppure inizi così modesti hanno dato vita a risultati del tutto imprevisti. Lui, Gesù, il perdente, lo sconfitto, il Crocifisso si è rivelato il vero Signore della storia. Il suo vangelo, dopo duemila anni, continua a rischiarare la vita di uomini e
donne e la sua comunità, quando gli rimane fedele, porta un frutto abbondante di carità e di speranza.
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