Domenica 21 Novembre 2021
Un Re scandaloso
Tu lo dici: io sono re (Giovanni 18,37)
Come si fa a credere a Gesù quando dice: “Io sono re” proprio in un momento in cui sembra completamente privo di potere, di sostegno, e addirittura di diritti. Chi sarebbe disposto a dargli credito, o addirittura ad affidarli la propria vita? Lo scandalo della festa odierna è lì, in quella scena che oggi ci presenta il Vangelo di Giovanni (Gv.18,33b-37).
Il primo ad essere sconcertato è proprio Pilato. Per lui regnare vuol dire avere forza, imporsi, obbligare gli altri ad accettare il proprio potere. Ma quest’uomo che gli viene condotto, quest’uomo completamente nelle sue mani, quale potere può rivendicare? Anche noi siamo sconcertati, assieme a Pilato. E proprio per indorare la pillola, per ridurre la distanza, abbiamo rappresentato Gesù come un re di questo mondo: una corona, uno scettro, un manto regale, un trono. Perché era troppo duro ammettere che il suo è un altro potere, quello disarmante e disarmato dell’amore.
Perché la sua totale nudità contrastava con la nostra immagine di un re avvolto in morbide e preziose vesti.
Perché il suo stile viene a cozzare tremendamente con il nostro.
Oggi, se vogliamo essere fedeli a questa festa, dobbiamo sottolineare e non coprire lo scandalo. Dobbiamo proclamare questa realtà difficile da digerire: l’ultima parola sulla storia la dice proprio il Crocifisso, l’inchiodato al patibolo, il condannato dal potere civile e religioso.
Ed è una vita donata, sono parole e gesti d’amore che, soli, possono salvare e cambiare il mondo.
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