13 Novembre 2022 – Perseguitati?

 

Vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo ( Luca 21,11)

 

Fa un certo effetto, ammettiamolo, sentire Gesù che parla ai suoi discepoli di persecuzione, evocando tutto quello che essa comporta.
Il sospetto, il pregiudizio, le accuse, l’arresto, la condanna. Ma anche le lacerazioni che attraversano la stessa realtà familiare, la cerchia dei parenti, degli amici.

A guardare la nostra condizione attuale di cristiani diremmo che tutto ciò è talmente lontano da quanto stiamo vivendo che facciamo addirittura fatica a immaginarlo. Certo, di tanto in tanto si assiste a un rigurgito di ostilità nei confronti della chiesa e talora fioccano gli insulti nei confronti della gerarchia cattolica. Ma siamo ben lontani dalla persecuzione… da quello che tuttora nel mondo provano nella carne e nell’anima tanti uomini e donne per il solo fatto di appartenere a Cristo.

Un passo di S.Ilario di Poitiers (IV secolo d.C.) ci sembra particolarmente efficace per questa domenica: “Combattiamo un nemico insidioso: non ferisce la schiena, ma carezza il ventre; non confisca i beni per darci la vita, ma arricchisce per darci la morte, non ci spinge verso la libertà gettandoci in prigione, ma verso la schiavitù onorandoci nel suo palazzo; non colpisce i fianchi, ma prende possesso del cuore; non taglia la testa con la spada, ma uccide l’anima con l’oro e il denaro” (Contro Costanzo, 5).

Parole pronunciate molti secoli fa che acquistano un significato estremamente attuale. Come fossero state scritte oggi. Perché il “laccio” e il “tranello” più pericolosi, forse, sono proprio questi: ignorare o fare l’abitudine ad una serie di atteggiamenti e di scelte che compromettono seriamente il nostro rapporto con Cristo; sprofondare nelle sabbie mobili di un’esistenza che si allontana sempre più dalla speranza e dall’impegno del Vangelo; aderire a comportamenti che tradiscono l’alleanza con Dio.

Ma un cristianesimo che si confonde con le tradizioni dell’ambiente, allergico a qualsiasi fatica o sacrificio, attraversato dalla ricerca spasmodica della tranquillità, ha ancora a che fare con Gesù Cristo? E la solidità delle chiese è veramente misurabile con la bellezza e la consistenza degli edifici oppure è legata alla vigilanza e alla fedeltà delle coscienze, alla determinazione, alla perseveranza e al coraggio dei singoli e delle comunità a cui appartengono?

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