In evidenza – 27 Novembre 2022
IMPARARE L’ARTE DELLA PACE
Lettera del nostro Vescovo Paolo per l’Avvento (Seconda parte)
La tentazione del “Si salvi chi può!”
Quando le cose vanno davvero male, è facile che la reazione di molti sia quella di pensare a se stessi e ai propri cari, disinteressandosi di tutti gli altri. “Si salvi chi può!” diventa lo slogan imperante, magari non apertamente dichiarato, ma purtroppo vistosamente praticato. In epoca di esasperato individualismo, la tendenza a pensare prima di tutto a se stessi risulta rafforzata e i legami con gli altri sono indeboliti; l’altro, per il fatto stesso di esistere, è mio avversario, poiché mi sottrae qualcosa di cui anch’io ho bisogno. A volte l’istinto di sopravvivenza e la violenza hanno più forza persino degli affetti più cari e delle relazioni più sacre (quanti femminicidi!).
Tutto questo è una grande illusione, perché salvarsi da soli non è possibile; anzi, tentare di farlo aggrava spesso i problemi. Come quando durante una catastrofe la gente, in preda al panico, non ascolta alcuna indicazione e i comportamenti disordinati che ne derivano pregiudicano la situazione per tutti. “Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni, l’illusione globale che ci inganna crollerà rovinosamente e lascerà molti in preda alla nausea e al vuoto. […] Il ‘Si salvi chi può’ si tradurrà rapidamente nel ‘Tutti contro tutti’, e questo sarà peggio di una pandemia” (FT,36).
A ben vedere, la guerra è l’espressione estrema e devastante di quella cinica ricerca dei propri interessi che, nel piccolo, tutti noi rischiamo di perseguire e che erode progressivamente la solidarietà. Con la guerra, alla fine tutti perdono, anche chi vince, anche chi si difende da un’aggressione: ogni conflitto, infatti, lascia dietro di sé una scia di distruzioni, morte e odio assai difficile da superare. Per non parlare della prospettiva nucleare, potenzialmente capace di cancellare intere popolazioni e di produrre guasti permanenti a livello ambientale.
“Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione?” (Francesco, Angelus, 2 ottobre 2022).
La promessa della pace
Le parole del profeta Isaia, che risuonano nella liturgia di Avvento e di Natale del ciclo A, sono state pronunciate in contesti molto simili a quello attuale: i contrasti e le guerre con le potenti nazioni vicine, la crisi economica e sociale della ricostruzione postesilica, l’indebolirsi dei legami di solidarietà tra la gente, una vita quotidiana lontana da Dio e dalla sua legge…
Nonostante tali circostanze, Isaia non cessa di esortare alla speranza: c’è un progetto di pace e di fratellanza al quale vale la pena affidarsi, poiché è garantito dall’Altissimo. “Le nazioni non impareranno più l’arte della guerra” (Is 2,4); “fuggiranno tristezza e pianto” (Is 35, 10) e la terra devastata sarà chiamata sposata (cf. Is 62, 4); il Re-Messia avrà il titolo di “principe della pace” (Is 9, 6).
La pace di cui parla Isaia – in ebraico shalòm – non è semplice assenza di guerra, ma una situazione di armonia con Dio, con se stessi, con i fratelli e con la creazione. È pienezza di vita per tutti! È il dono per eccellenza, che realizza l’universale desiderio di un mondo rinnovato. È qualcosa che risponde alle attese profonde del cuore di ogni uomo, più convincente di ogni propaganda, più affascinante di ogni ideologia. In questo Avvento, pertanto, siamo invitati ad aprire il cuore e la vita all’affidabile speranza di pace che viene da Dio.
Per di più, una Chiesa che crede nella pace, la persegue e la testimonia, come recita la IV Preghiera eucaristica per varie necessità, fa sì che “tutti gli uomini si aprano a una speranza nuova”.
(2a parte- Continua)
Leggi o scarica da qui la lettera completa
L’associazione La Finestra organizza il giorno 17 dicembre alle ore 17 presso l’auditorium un concerto natalizio del trio “Le Dolce Vita” che eseguirà alcuni pezzi tipici di Natale oltre a musica italiana anni ’70-’80.
La serata sarà aperta da un bambina, Matilde, che eseguita un pezzo iniziale.
Ingresso a offerta libera.
Per prenotarsi è possibile contattare il Presidente dell’associazione, Enzo Alfarano, al numero 334-9218430
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