In evidenza – 11 Giugno 2023

Riguardo ad un tema d’attualità…

DIRITTI: SI’, MA QUALI?

Su maternità surrogata e scelte di fine vita vengono diffuse, non di rado senza contraddittorio, tesi centrate sulla “negazione dei diritti”: della coppia che ricorre ad una madre “portatrice” all’estero per avere un figlio, e dei malati affetti da patologie opprimenti, che vorrebbero risparmiarsi con la morte medicalmente assistita. E’ così? In entrambi i casi è in questione l’idea stessa di diritto e del soggetto che lo devo esercitare.

Nella gestazione di figli per altri (la Gpa) si parla di diritti delle coppie di non veder penalizzato un desiderio di genitorialità per il quale, tuttavia, si è disposti a pagare una donna per i nove mesi del suo grembo, trattando lei come un’incubatrice, la maternità come una prestazione d’opera e il bambino come una merce.

Quando poi si protesta che sarebbero i diritti del bambino a essere calpestati si omette di ricordare che mai sono stati separati i neonati dalle coppie committenti (salvo non esiste alcun legame biologico) e che i bambini nati da surrogazione hanno li stessi diritti di tutti.

Silenzio sui diritti delle madri surrogate e dei bambini a non essere oggetti. Per i malati che chiedono il suicidio assistito viene evocata la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale come fosse una legge già in vigore, quando invece rimandò la materia al Parlamento, indicando criteri stringenti (come la dipendenza da sostegni vitali) che nei casi di cui parla la cronaca non sempre sono presenti.

Silenzio su terapia del dolore, cure palliative, assistenza domiciliare.

E allora, recuperiamo il vero concetto di “diritti”.

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