3 Dicembre 2023 – Avvento, “terapia” di luce
La chiesa è chiusa per lavori di ristrutturazione.
Le SS. Messe e tutte le celebrazioni si svolgono presso l’Auditorium (Oratorio Parrocchiale – via Fratelli Cervi)
Orario SS. Messe:
Giorni feriali ore 18.30
Sabato e vigilia delle feste ore 19
Festivo ore 8.30, 10.30, 12, 17
Il sabato, dalle ore 10 alle ore 12, presso l’Auditorium,
Adorazione EucaristicaIn questo orario i preti sono a disposizione per celebrare il
Sacramento della Riconciliazione
Per celebrare il sacramento della Confessione è possibile anche contattare i preti:
Don Paolo 347 3002895 – Don Francesco 347 8804368
La prima candela di Avvento è detta “del Profeta”, poiché ricorda il profeta Michea che ha predetto la nascita del Messia a Betlemme
Nel periodo dell’anno rallentato dall’autunno, siamo progressivamente privati di una dose giornaliera di luce. Questa mancanza può renderci tristi oppure angosciati. Il grigiore delle giornate sempre più corte invade le case, i luoghi di lavoro m anche i cuori. Ecco perché il Tempo dell’Avvento diviene una vera terapia di luce.
Fin dall’inizio questo itinerario è stato considerato come una progressione verso la Luce: seguendo le 4 domeniche, essa cresce nel cuore delle persone, per immergerle nel giorno di Natale in un oceano di luce benefica. In questo percorso i credenti sono guidati dalle 4 candele della corona di Avvento.
Ogni domenica ne viene accesa una e il gesto è accompagnato da brevi parole. Più ci si avvicina al Natale, più c’è luce, finchè ci ritroviamo a contemplare Colui che è la luce del mondo. Un po’ alla volta tristezze e paure si trasformano in momenti di gioia e di speranza: colui che è il sole dell’universo non tramonta e continua a rischiarare l’orizzonte oscuro del nostro mondo. In questa prima domenica di Avvento siamo invitati ad avere occhi aperti, cuore desto, mani operose.
Vegliare significa proprio questo: avere gli occhio aperti, il cuore aperto e le mani operose.
Gli occhi aperti sulla realtà che ci circonda, su ciò che accade attorno a noi, nella piccola e grande storia a cui apparteniamo. Ma ci vuole anche un cuore desto, tenuto continuamente sveglio dalla fede e dalla speranza.
La fede in colui che ha nelle sue mani le sorti del mondo. Perché è proprio Lui, il Crocifisso risorto, l’unico Signore della storia.
Affidarsi a lui significa vivere un’esistenza nuova, libera dall’illusione del potere e della forza, affrancata dalla seduzione di possedere e di accumulare, guidata da un senso nuovo che trasforma ogni pensiero e ogni progetto.
E quando gli occhi sono aperti e il cuore è desto, le mani diventano operose: capaci di compiere il bene, di soccorrere, di aiutare, di consolare, di rialzare, di asciugare le lacrime, di portare gli uni i pesi degli altri, di costruire un pezzetto di mondo nuovo.
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