Ciò che Dio ha congiunto

 

 

A volte succede che, durante al celebrazione di un matrimonio, si crea un clima eccessivamente allegro e scanzonato, al punto da far smarrire la serietà e la grandezza di ciò che sta accadendo.

In questi casi dobbiamo rammentare che, certo, “ministri” del Sacramento sono gli sposi e non è per caso che si trovano situati al centro dello spazio liturgico.
Ma è altrettanto vero che il protagonista principale è Dio: è Lui che ci dona la sua presenza di grazia, è Lui che dobbiamo accogliere con gioia e riconoscenza.

Spesso, infatti, sembra che proprio Dio sia, alla fin fine, relegato nell’ombra. Quasi che il matrimonio nascesse solamente dall’impegno di uno uomo e di una donna, manifestato nel testo – sobrio ed essenziale –della promessa che essi pronunciano. Quasi che non fosse invece proprio Dio, agendo in prima persona, a garantire con la sua luce e la sua forza, la solidità di un legame di amore assunto pubblicamente con i suoi diritti e doveri.

Ecco perché gli sposi dovrebbero vivere con gioia, ma anche con un certo “timore e tremore” il rito che, nella sua brevità, è inversamente proporzionale agli effetti che produce.
Si, gesti semplici e parole misurate, ma che cambiano l’esistenza di due esseri umani e fanno di loro, nella diversità che costituisce una ricchezza, “una carne sola”.
Così sembra appropriata la scelta del rituale, che mette a sigillo della formula matrimoniale una frase di Gesù tolta direttamente dal testo evangelico: “L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Si tratta di un avvertimento esplicito volto a tutelare quel legame d’amore che non si riduce a una relazione privata tra gli sposi, ma gode della presenza stessa di Dio del suo sostegno.

Rompere un matrimonio non è solo violare, dunque, qualcosa di prezioso e di grande come l’amore che unisce due sposi, ma è addirittura un atto contro Dio, contro una realtà santa sulla quale egli profonde il suo amore. Non è il caso, allora, di prendere alla leggera tutto ciò che contribuisce a sminuire il valore della fedeltà coniugale: un bene determinante per la stabilità della famiglia, per la comunione esistente fra gli sposi, per la serenità dei loro figli. Guardandoci attorno, tanti di noi non possono che esprimere gratitudine ai loro genitori per questo dono che ci hanno fatto: probabilmente la nostra esistenza non è stata colmata di regali di ogni genere, ma questo regalo vale di più di qualsiasi altro.

 


La Chiesa Parrocchiale è riaperta

La chiesa, completati i lavori di ristrutturazione e l’ installazione del nuovo sistema di riscaldamento, è riaperta da sabato 21 settembre.

Tutte le celebrazioni, eccetto quella festiva delle ore 18, si svolgono nella Chiesa Parrocchiale

Orario SS. Messe:

Giorni feriali ore 18.30
Sabato e vigilia delle feste ore 19
Festivo ore 8.30, 10.30, 12 – Ore 18 in Auditorium

 

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