È più facile che un cammello…

 

Quanto è difficile, per chi possiede ricchezze, entrare nel regno di Dio (Marco 10,23)

 

Ammettiamolo: un Vangelo come quello di questa domenica in fondo ci disturba. Ci pare un po’ eccessivo il tono con cui Gesù ci mette in guardia dalle ricchezze. Abbiamo bisogno di soldi e di beni materiali per vivere. Se poi abbiamo la responsabilità di una famiglia, se siamo dei genitori, non possiamo rinunciare ad avere da parte qualcosa a cui attingere in caso di bisogno.

Dov’è, dunque, il pericolo costituito dalla ricchezza? Ci fornisce degli agi, ci risolve alcuni problemi molto concreti, ci consente di vivere senza eccessive restrizioni e privazioni. E poi, è il frutto del nostro lavoro, della nostra intraprendenza, della fantasia e dell’impegno che abbiamo dimostrato. Gesù vuole forse fare di noi delle persone che vivono alla giornata, senza alcuna risorsa per il domani, incapaci di far fronte ai molteplici impegni che si presentano? In effetti il racconto di questa domenica ci aiuta ad andare al cuore del problema.

C’è un incontro che può diventare decisivo: quell’uomo , fin dalla sua giovinezza, rispetta i comandamenti e c’è in lui dello slancio, dell’entusiasmo, il desiderio sincero di raggiungere la vita eterna.
Gesù intravede le possibilità che porta con sé: il regno Dio, il disegno del Padre, ha bisogno di gente come lui. Per fare questo, però, ci vuole una fiducia a tutta prova: c’è un passato da lasciarsi alle spalle, con tutte le sue sicurezze, per affrontare un futuro che è totalmente nuovo, nelle mani di Dio.
Ed è proprio qui che tutto si inceppa: lo sguardo d’amore di Gesù trova un ostacolo nell’attaccamento di quell’uomo ai suoi beni. Ma quel carico non può portarlo con sé, se effettivamente crede in Gesù e punta tutta la sua vita sul suo annuncio.
Quelle ricchezze diventano un peso che impedisce la libertà del discepolo. Le ricchezze costituiscono un pericolo perché finiscono con l’attaccarsi al cuore.
E Gesù non chiede solo un ritaglio, gli avanzi del nostro tempo e del nostro amore: esige tutto.

La fede in ultima analisi comporta una scommessa e la puntata non ha la consistenza di qualche spicciolo. Gesù ci chiede di investire tutto su di Lui: solo così mettiamo la nostra vita interamente nelle su mani e possiamo ritrovarla trasfigurata dal suo amore!


Ottobre Missionario

La Chiesa invita a riflettere e pregare, nel mese di ottobre, sull’aspetto missionario della nostra fede. Tutti noi siamo discepoli-missionari di Cristo, chiamati ad annunciare il Vangelo nel mondo contemporaneo, come ci ricorda il messaggio di Papa Francesco per questa giornata: Andate e invitate al banchetto tutti (cfr Mt 22,9)

Questa domenica ci aiuta nella riflessione Selene Pera, missionaria laica lucchese, che parla della sua esperienza proponendoci anche la lettura di un libro da lei scritto, il cui ricavato è interamente devoluto alla missione delle Sorelle di Santa Gemma in Congo.

Eppure si vive anche cosi è la frase che Selene ripete dentro di sé ogni volta che si scontra con la miseria che imprigiona la gran parte dei congolesi.
Rimane incredula, disarmata e impotente di fronte a condizioni che compromettono fortemente la dignità umana.

Laica missionaria, decide di partire per la Repubblica Democratica del Congo nell’ottobre 2023 dove vi rimane per tre mesi nelle comunità della Congregazione Missionaria delle Sorelle di Santa Gemma.

Le religiose, che Selene conosce sin da quando era piccola, fanno da cornice alle esperienze raccontate in questo libro.

Un viaggio autentico in una terra fortemente segnata dall’ingiustizia dalla povertà, effetti diretti di una guerra che va avanti da decenni.

Nelle settimane passate in Africa ha la possibilità anche di trascorrere dieci giorni tra il Burundi e il Rwanda e di vivere sia la realtà di città importanti come Bujumbura, sia quella di villaggi poverissimi come Rwamagana.

Il contatto con i carcerati, i malati, gli anziani nelle baraccopoli e i bambini della strada generano in Selene il bisogno di condividere le proprie riflessioni e di far conoscere a quante più persone possibili la resilienza di questo popolo alle dure condizioni di vita che segnano il Paese.

 

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