Il grido di Bartimeo
Gesù, abbi pietà di me! (Marco 10,49)
Quello di Bartimeo è un grido che s’impone, con la sua forza, fin dagli inizi del brano odierno. Contiene in sé l’espressione di una speranza forte, riposta in colui che viene riconosciuto come il “Figlio di Davide”, il Messia atteso.
Ma perché grida questo cieco di Gerico seduto lungo la strada a mendicare? Grida, senz’altro, per farsi sentire. Grida perché la sua condizione di povero, condannato a vivere di accattonaggio, è dura, intollerabile: nella sua voce si esprime, dunque, tutta la sofferenza che percorre la sua esistenza.
Ma grida, soprattutto, perché ha sentito che passava Gesù: egli lancia verso di Lui la sua invocazione, colma di speranza, di attesa, di desiderio. Sì, è proprio questione di desiderio: un desiderio che non resta inascoltato perché Gesù si ferma e lo fa chiamare.
E’ Gesù, certo, che prende l’iniziativa: è Lui che passa per la via, Lui che decide di incontrare e di guarire questo cieco. Ma anche Bartimeo ha fatto la sua parte, destato da quella presenza.
Questa non è solo la storia di Bartimeo, ma di ognuno di noi che viene alla fede e comincia finalmente a vederci, con gli occhi di Dio. Nel suo grido non c’è solo la sofferenza, ma anche tutta la sua fede, una fede che Gesù vede e riconosce (“La tua fede ti ha salvato”). E c’è la speranza, un fuoco vivo, che non può fare a meno di imporsi all’attenzione.
Speranza di veder cambiata la propria vita.
Fanno uno strano contrasto le nostre Comunità cristiane con la determinazione di Bartimeo. Appaiono silenziose o in ogni caso immerse in un bisbiglio, che stenta a riconoscersi in mezzo ai tanti rumori della strada. Una voce flebile, che non si fa sentire, come flebile sono la fede e la speranza che ci abitano.
In effetti, Lui, Gesù, continua a visitarci, a passare, ma noi non siamo scossi dalla sua presenza. Forse perché dubitiamo della sua capacità di cambiare la nostra vita.
Possa la liturgia di questa domenica diventare un fuoco che accende la speranza dell’assemblea, che irrobustisce la sua fede e le permette finalmente di gridare, di rivolgersi a Gesù con la stessa forza di Bartimeo, pronta ad abbandonare ogni impedimento pur di incontrarlo.
Orario SS. Messe:
- Giorni feriali ore 18.30
Il giovedì non viene celebrata la Messa in parrocchia perché siamo invitati alla celebrazione comunitaria della liturgia della Parola di tutte la parrocchie cittadine- Sabato e vigilia delle feste ore 19
- Festivo ore 8.30, 10.30, 12 – Ore 18 in Auditorium
Il sabato, dalle ore 10 alle ore 12, Adorazione Eucaristica
In questo orario i preti sono a disposizione per celebrare il
Sacramento della Riconciliazione.
Per celebrare il sacramento della Confessione è possibile anche contattare i preti:
Don Paolo 347 3002895 – Don Francesco 347 8804368
Ottobre Missionario
In questa ultima settimana di ottobre, mese missionario, riproponiamo la lettura del libro scritto da Selene Pera, missionaria laica lucchese, che ci ha arricchito due domeniche fa con la sua testimonianza.
Il costo del libro è di 12€, l’intero ricavato andrà a favore del dispensario delle Sorelle di Santa Gemma di Kavimvira (R.D. Congo) e può essere acquistato presso:
– La Casa Editrice Pacini Fazzi, via Sant’Andrea 12 centro storico
– La Casa Madre delle Sorelle di Santa Gemma, via Madre Gemma Giannini 1 a Camigliano
Oppure è possibile richiederlo inviando un messaggio al numero 3408771379.
Eppure si vive anche cosi è la frase che Selene ripete dentro di sé ogni volta che si scontra con la miseria che imprigiona la gran parte dei congolesi. Rimane incredula, disarmata e impotente di fronte a condizioni che compromettono fortemente la dignità umana.
Laica missionaria, decide di partire per la Repubblica Democratica del Congo nell’ottobre 2023 dove vi rimane per tre mesi nelle comunità della Congregazione Missionaria delle Sorelle di Santa Gemma.
Le religiose, che Selene conosce sin da quando era piccola, fanno da cornice alle esperienze raccontate in questo libro.
Un viaggio autentico in una terra fortemente segnata dall’ingiustizia dalla povertà, effetti diretti di una guerra che va avanti da decenni.
Nelle settimane passate in Africa ha la possibilità anche di trascorrere dieci giorni tra il Burundi e il Rwanda e di vivere sia la realtà di città importanti come Bujumbura, sia quella di villaggi poverissimi come Rwamagana.
Il contatto con i carcerati, i malati, gli anziani nelle baraccopoli e i bambini della strada generano in Selene il bisogno di condividere le proprie riflessioni e di far conoscere a quante più persone possibili la resilienza di questo popolo alle dure condizioni di vita che segnano il Paese.
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