Il mio regno non è di questo mondo
Il mio regno non è di questo mondo (Giovanni 18,36)
Il Vangelo di oggi ci parla del rappresentante di Roma, il procuratore Ponzio Pilato, forte del mandato dell’imperatore e del sostegno delle legioni di soldati, ed un ebreo, Gesù, appartenente a un popolo dominato, condotto in catene dalle autorità religiose del suo popolo, per essere giudicato e condannato: a guardare la scena con gli occhi dei contemporanei un abisso separa questi due uomini. E’ lampante il potere di uno e la disarmante fragilità dell’altro che, a primo acchito, sembra essere totalmente nelle sue mani: dalle decisioni del primo dipende la vita del secondo.
E tuttavia non è questa l’impressione che si ricava dal racconto del Vangelo di Giovanni: Gesù si staglia con la sua statura di testimone della verità, anche se è vero che non impone nulla al suo interlocutore. Le autorità ebraiche l’hanno deferito al giudizio del procuratore facendolo passare per un “re”, per un pretendente al trono che dovrebbe impensierire il potere di Roma. Hanno giocato chiaramente sul termine “Messia”, che hanno tradotto nel modo a loro più conveniente, nel suo significato più politico che religioso.
Poiché Pilato è partito proprio da lì, Gesù non esita ad affermare subito che il suo regno non è di questo mondo. La sua regalità non è imposta con la forza delle armi, non difende dei privilegi e degli interessi, non si esercita con la coercizione, non ha bisogno di esibire segni particolari di ricchezza. Appare disarmata perché si manifesta attraverso l’amore e l’amore autentico appare sempre così. Sembra perdente perché in ogni caso preferisce soffrire che far soffrire, donarsi piuttosto che togliere, sacrificarsi invece di esigere il sacrificio altrui.
La domanda che si pone a noi a distanza di 2000 anni è sempre la stessa: siamo disposti a credere a questa regalità? Siamo pronti ad affidare la nostra vita a questo re?
La strada che egli imbocca e percorre fedelmente fino in fondo è la strada della vita, anche se passa per l’umiliazione della croce. E’ la stessa che tanti uomini e donne, suoi discepoli, hanno percorso prima di noi.
Orario SS. Messe:
- Giorni feriali ore 18.30
Nei giovedì 15 e 18 dicembre non viene celebrata la Messa in parrocchia perché siamo invitati a partecipare all’incontro di tutte le parrocchie cittadine “In ascolto della Parola di Dio nella città”- Sabato e vigilia delle feste ore 19
- Festivo ore 8.30, 10.30, 12 – Ore 18 in Auditorium
Il sabato, dalle ore 10 alle ore 12, Adorazione Eucaristica
In questo orario i preti sono a disposizione per celebrare il
Sacramento della Riconciliazione.
Per celebrare il sacramento della Confessione è possibile anche contattare i preti:
Don Paolo 347 3002895 – Don Francesco 347 8804368
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