In evidenza: 8 Dicembre 2024

Lettera del Vescovo Paolo per l’Avvento

(Seconda parte)

COME È POSSIBILE?

MARIA
SEGNO DI SICURA SPERANZA PER UN POPOLO IN CAMMINO

La madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore. (Lumen Gentium, n. 68)

Il sesto mese

La sfiducia nel futuro si poggia indubbiamente su solide ragioni, basate su fatti innegabili. C’è tuttavia una componente psicologica che non va sottovalutata: spesso la percezione della realtà è viziata da pessimismo. La prevalenza della cronaca nera e l’evidenza mediatica riservata alle cattive notizie hanno grande peso in proposito, come il sospetto che viene continuamente gettato su persone, istituzioni, associazioni… A forza di enfatizzare i limiti e gli sbagli di politici, insegnanti, medici, preti, volontari, immigrati, mariti, genitori, giovani, giudici… si finisce per generare un invincibile disincanto. È chiaro che tutto ciò esiste e non può venire nascosto, ma così si perde di vista che le proporzioni del male non eguagliano minimamente quelle del bene. L’albero che cade – come si dice – fa più rumore della foresta che cresce.
Per questo l’angelo, nel rispondere a Maria, si premura di annunciare che qualcosa di straordinario sta già accadendo: Elisabetta, la vecchia, la sterile, aspetta un bambino!
La speranza non è una teoria, un’utopia (qualcosa che non sta da nessuna parte); la speranza è già realizzata in tantissime persone e situazioni che non si sono date per vinte e che generano bene e vita attorno a loro. C’è qualcuno o qualcosa che suggerisce la possibilità di una realtà diversa; non ne parlano quasi i mai i media, ma quando affiorano è come una luce che squarcia le tenebre. Sammy Basso, malato di progeria morto a 28 anni, è uno di questi: la sua testimonianza, in vita e in morte, mostra cosa può accadere quando la speranza e l’ideale prevalgono sulla rassegnazione.
Scoprire e valorizzare le persone e le situazioni in cui il Regno di Dio si rende presente è molto importante per non cadere in un pessimismo ingiustificato. Per questo dobbiamo andare a cercare le buone notizie nei media che le valorizzano, come il settimanale In Cammino, il quotidiano Avvenire, i canali televisivi radiofonici e social dei circuiti ecclesiali. Possiamo anche far conoscere le tante cose buone e le persone positive che ci accade di incontrare; condividiamo immagini e informazioni tramite i nostri smartphone, diventando diffusori di speranza. Evitiamo infine con cura le fonti di informazioni che puntano con insistenza sugli scandali, sulla cronaca nera, sul pettegolezzo… Non va premiato con l’ascolto chi fa leva sulla parte peggiore delle persone e della società.

Nulla è impossibile a Dio

Solo dopo aver dato notizia della gravidanza di Elisabetta l’angelo esprime in sintesi la ragione di una risposta positiva, che spazzi via ogni dubbio: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1, 37). “La speranza cristiana, in effetti, non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino […]. Ecco perché questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e così permette di andare avanti nella vita” (Spes non confundit, n. 3).
Per un credente, a ben vedere, essere realisti fino in fondo e nutrire autentico buon senso dovrebbe indurre a considerare che la vita e la storia non sono affidate alle nostre sole energie e conoscenze, ma all’azione di Dio: è una scelta del tutto ragionevole impegnare tempo e risorse per un ideale che appare lontano e impegnativo, irraggiungibile per molti. Assai più ragionevole di quelle di chi decide che non ne vale la pena, perché “tanto non c’è niente da fare”. “Dice il Signore degli eserciti: ‘Se questo sembra impossibile agli occhi del resto di questo popolo in quei giorni, sarà forse impossibile anche ai miei occhi?’”(Zac 8, 6).
La storia della Chiesa – anche della nostra Diocesi – è ricca di persone che hanno dato credito alla Parola di Dio e hanno impegnato la loro vita in imprese che parevano assurde o impossibili agli occhi del mondo: alcuni di loro sono stati riconosciuti come santi e beati; moltissimi hanno lasciato un vivo ricordo nelle comunità deve hanno vissuto. Torniamo a parlarne, cerchiamo di conoscere meglio le loro vicende e proponiamole alle nuove generazioni. Ogni speranza realizzata è un incoraggiamento potente per chi oggi deve decidersi per le proposte di Dio. La recente canonizzazione di Elena Guerra è un invito a riscoprire la sua testimonianza e il suo messaggio, così attuali per la nostra Chiesa.

(2- Continua)

Scarica qui la lettera completa

 


 

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