In evidenza: 15 Dicembre 2024

Lettera del Vescovo Paolo per l’Avvento

(Terza parte)

COME È POSSIBILE?

MARIA
SEGNO DI SICURA SPERANZA PER UN POPOLO IN CAMMINO

La madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore. (Lumen Gentium, n. 68)

Eccomi!

L’incontro con l’angelo si conclude con l’assenso di Maria: “Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1, 38).
La ragazza di Nazareth si consegna a Dio con una fiducia e una speranza incrollabili. Esse la sosterranno non solo nei momenti gioiosi, ma anche nell’incertezza e nel dolore.
Sotto la croce, quando tutto sembra finito e gli amici se ne sono andati, la Madre nonostante tutto “sta”, rimane salda nella speranza e partorisce nel dolore la Chiesa, accogliendo il discepolo amato per un cammino futuro che appare umanamente oscuro. L’assenso dato alle possibilità che l’azione di Dio introduce nell’esistenza e nella storia è una costante del pellegrinaggio terreno della Madre di Dio.
Anche a noi lei propone: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela!” (Gv 2, 5). Chi ci prova, vede accadere il tutto è possibile a Dio, come il vino buonissimo e abbondantissimo nato nell’acqua di Cana.
Come l’esultanza della Pasqua e l’entusiasmo della Pentecoste.
Come comprendere cosa il Signore ci sta chiedendo? E come riuscire a dire di sì a Dio?
Prima di tutto, è necessario tornare ad ascoltare la Parola di Dio, dandole spazio nella giornata e nella settimana, facendo silenzio delle tante voci che ci distraggono da ciò che importante e comprendendo ciò che ha da dirci – e da chiederci – nelle concrete circostanze della vita personale e sociale.
Quindi si può partire da piccoli “sì”, cercando di vivere secondo il Vangelo singoli aspetti della quotidianità: stili di vita, relazioni, lavoro, impegni, tempo libero… Riconoscere che c’è un modo cristiano di portare avanti le piccole cose e decidersi di provare ad attuarlo ci dà la possibilità di sperimentare la “vita buona del Vangelo” e ci che rende progressivamente capaci di dire a Dio i “sì” più impegnativi.

Viene dallo Spirito Santo

La speranza di Maria apre la porta all’azione di Dio: “Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (Mt 1, 20). Se non ci si lascia vincere dalla rassegnazione e si scommette sulla Parola di Dio, lo Spirito può operare nella mente, nel cuore, nella vita e nella storia, generando la novità del Regno e alimentando la stessa speranza.
“È infatti lo Spirito Santo, con la sua perenne presenza nel cammino della Chiesa, a irradiare nei credenti la luce della speranza: Egli la tiene accesa come una fiaccola che mai si spegne, per dare sostegno e vigore alla nostra vita” (Spes non confundit, n. 3). Così scriveva a Papa Leone XIII Santa Elena Guerra, nostra concittadina, apostola dello Spirito Santo: “I cristiani tornino allo Spirito Santo, affinché lo Spirito torni a noi: abbatta il maligno impero del demonio e ci conceda il sospirato rinnovamento della faccia della terra” (Lettera, 17 aprile 1895). Tornare allo Spirito Santo, cioè accoglierlo come Maria, significa permettere che egli, attraverso la vita di ciascuno, porti nel mondo il Cristo, lo renda presente, visibile e operante nel suo corpo, che è la Chiesa, e faccia dell’esistenza quotidiana, vissuta secondo il Vangelo, “un’offerta perenne gradita a Dio” (Preghiera Eucaristica III). Nell’Avvento e nel Giubileo che ci attende il Signore ci conceda “di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore” (Ef 3, 16).

(3- Continua)

Scarica qui la lettera completa

 


 

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