I Vangeli: Quando e perché sono stati scritti?

Premetto che intendo limitarmi ai primi tre Vangeli. E’ cosa nota che ciascun evangelista non parla mai di sé. I nomi che ci sono noti «sono dovuti soltanto alla posteriore tradizione che parte dal II secolo… I veri autori si nascondono sia dietro la figura del protagonista dei loro racconti, sia dentro l’interesse generale che si sviluppò su di lui da parte delle varie e rispettive comunità cristiane, di cui gli scritti sono espressioni».

Leggi l’articolo di Don Stefano Tarocchi, biblista, sul sito di Toscana Oggi

I poveri li avete sempre con voi

Dal messaggio del Papa per la V° Giornata Mondiale dei Poveri

I poveri non sono persone “esterne” alla Comunità, ma fratelli e sorelle con cui condividere la sofferenza, per alleviare il loro disagio e l’emarginazione, perché venga loro restituita la dignità perduta e assicurata l’inclusione sociale necessaria.
D’altronde, si sa che un gesto di beneficenza presuppone un benefattore e un beneficato, mentre la condivisione genera fratellanza. L’elemosina è occasionale; la condivisione, invece, è duratura. La prima rischia di gratificare chi la compie e di umiliare chi la riceve. La seconda rafforza la solidarietà e pone le premesse necessarie per raggiungere la giustizia.
Insomma, i credenti, quando vogliono vedere di persona Gesù e toccarlo con mano, sanno dove rivolgersi: i poveri sono sacramento di Cristo, e rappresentano la sua persona e rinviano a Lui…

Rimane comunque aperto l’interrogativo per nulla ovvio: come è possibile dare una risposta tangibile ai milioni di poveri che spesso trovano come riscontro solo l’indifferenza quando non il fastidio? Quale via della giustizia è necessario percorrere perché le disuguaglianze sociali possano essere superate e sia restituita la dignità umana così spesso calpestata? Ci sono molte povertà dei “ricchi” che potrebbero essere curate dalla “ricchezza” dei poveri, se solo si incontrassero e si conoscessero! Nessuno è cosi povero da non poter donare qualcosa di sé nella reciprocità. Continua a leggere

Il saper dire addio e l’aiutare a dirlo

 

In questi giorni, laici e credenti, siamo accomunati dal ricordo dei defunti e potrebbe essere importante confrontarci con la domanda sul “Come dire “Addio?” e “Come aiutare gli altri a dirlo?”.
Addio: appena pronunci questa piccola parola ti sale un groppo in gola: struggente e malinconica, essa evoca il dolore che accompagna tutte le esperienze di distacco e perdita, soprattutto quelle di una persona cara.
Eppure, è una parola densa di mistero e di speranza che potremmo riscoprire nel suo dolce richiamo alla destinazione finale del nostro vivere e morire.
“A Dio”, ecco il tuo approdo! Da Dio a Dio: questo il nostro pellegrinaggio e non un vagabondare “dall’ostetrico al becchino”.
Dire addio ci chiede di imparare a vivere l’esperienza delle nostre “perdite” e dei nostri lutti, senza far finta di niente, senza scorciatoie, ma accettando di fare un lungo e tortuoso cammino.
Si tratta di attraversare l’ora dello sconcerto come quella della rimozione; l’ora dello scoraggiamento e della apatia, come quella della protesta e della rabbia, magari anche nei confronti di Dio. E ciascuno il cammino lo farà a suo modo, col suo ritmo e i suoi tempi, con un esito per nulla scontato, nella speranza di avere qualche solido punto di orientamento e, forse una guida e una compagnia.
Ma spesso, proprio accettando di camminare a tentoni e in solitudine, può emergere forte il richiamo di Dio e della sua grazia, la mite fortezza delle fede e il grido della preghiera, che possono condurre all’abbandono fiducioso, alla riconciliazione con se stessi, con la vita e finanche con la morte. Continua a leggere

Quale relazione è possibile con i nostri defunti?

 

Sulla realtà dei defunti la fede cristiana affonda le radici nell’esperienza religiosa del popolo d’Israele. L’attenzione è tutta rivolta alla vita terrena dell’uomo, l’unica della quale si abbia esperienza; oltre la morte tutto è oscuro (cf. Gb 14,10-28; Qo 12, 1-8).
L’idea di una sopravvivenza o, per essere precisi, di una vita rinnovata oltre la morte si affaccia parzialmente nella fede d’Israele alle soglie dell’era cristiana. Alcune scuole di pensiero, come quella dei farisei, propendono per una “resurrezione dai morti”, come testimoniano i passi di Mt 22,23-33 e At 23,1-10.
Sul versante della fede cristiana è decisiva l’esperienza dei discepoli di Gesù, che hanno visto ed incontrato vivo quel Gesù che avevano riconosciuto come maestro e visto morire sulla croce. Il Risorto appare loro, si comunica in una esperienza unica, della quale si sentono chiamati ad essere testimoni per il mondo intero.
Il Gesù che appare, facendosi riconoscere, scompare, lasciando in essi il compito della memoria da tramandare. Limpida è l testimonianza dei due discepoli di Emmaus (soprattutto Lc 24,31). Presenza e assenza del Risorto sono unite in modo paradossale, ma proprio questo paradosso è l’indice della provvisorietà della nostra esistenza, in cammino verso quella definitiva che riceve il nome di “vita eterna”, dono assoluto di Dio.
La parola entrata nel linguaggio comune è “paradiso” che ha un valore evangelico perché la troviamo nella promessa fatta da Gesù al cosiddetto buon ladrone: “oggi sarai con me nel paradiso” (Lc 23,43).
Ma il valore della promessa non è in un luogo dove vivere, bensì nella relazione assicurata: Gesù assicura al ladrone che sarà con lui, in comunione con la sua stessa vita. Continua a leggere

Con tutta la Chiesa iniziamo il cammino del Sinodo

 

Il 9-10 ottobre a Roma, Papa Francesco ha aperto il Sinodo universale che coinvolgerà tutte le diocesi del mondo sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione“.
Domenica 17 ottobre ogni diocesi dei quattro continenti ha aperto questo percorso a livello locale con varie celebrazioni.
In Italia questa occasione si integra con il “Cammino sinodale delle Chiese in Italia” che intende coinvolgere tutto il popolo di Dio in una riflessione corale sul futuro della vita e dell’azione delle comunità cristiane.
Nell’Arcidiocesi di Lucca l’intenso cammino sinodale si è aperto ufficialmente con tre celebrazioni, in ognuna delle tre aree pastorali del territorio.
Domenica 17 ottobre l’arcivescovo Paolo Giulietti ha presieduto una messa alle 11 nel Duomo di Castelnuovo di Garfagnana, alle 18 nella Cattedrale di San Martino a Lucca, alle 21 nella chiesa parrocchiale della Migliarina a Viareggio.
“Questo Cammino sinodale rappresenta un’opportunità per il percorso di riforma in atto nella nostra diocesi in tutte le nuove comunità parrocchiali” sostiene il nostro Vescovo, “poiché incoraggia ad ‘uscire’ nei territori per ascoltare persone e situazioni nuove”.
L’ascolto della realtà è un passaggio essenziale per il rinnovamento e la missionarietà, poiché consente di riconoscere i bisogni e le attese della gente, soprattutto dei poveri e delle nuove generazioni”. Continua a leggere

Come è nato il Rosario

 

La tradizione latina del primo millennio non conosce il Rosario. La preghiera per eccellenza era appunto il Salterio, i 150 salmi biblici pregati soprattutto nei monasteri.
Quando giunsero nei monasteri persone desiderose di vivere la vita monastica senza avere alcun rudimento del latino, tale condizione rendeva impossibile la partecipazione attiva nel canto dei salmi.
Alla fine del primo millennio, forse nei monasteri dell’Irlanda, si cominciò ad utilizzare, per coloro che non conoscevano il latino, una nuova forma di preghiera che in qualche modo avesse una relazione con il salterio. Per questi uomini fu proposto l’uso di sostituire la recita dei 150 salmi con altrettanti “Padre nostro”, da pregare mediante l’uso di una cordicella dove erano stati fatti 150 piccoli nodi.
Inizia così l’uso del cosiddetto Salterio dei poveri. Questo sistema di preghiera si diffuse in tutti i monasteri europei per gli stessi motivi.
Attorno al secolo XII si diffuse anche l’uso del saluto dell’Angelo a Maria. (Ave Maria, piena di grazia…)
Nelle istituzioni monastiche è annotato che il salterio dei poveri aggiungesse ai 150 Padre Nostro altrettante Ave Maria.
Si comincia così l’uso che segnò l’inizio della preghiera del Rosario, che diventerà un vero salterio mariano fatto appunto di 150 Ave Maria. Per la recita si continuò ad usare la stessa cordicella annodata, che conservò per molto tempo il nome di Pater Noster anche quando serviva a recitare solo le Ave Maria.
Nel secolo XIV, poi, il certosino Enrico di Kalkar portò la preghiera del Rosario più o meno al sistema che anche oggi conosciamo: egli suddivise il salterio mariano in 15 decine inserendo, tra una decina e l’altra, il Padre Nostro. Continua a leggere

Comunicazione del gruppo Caritas

 

“A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede,
ma non ha opere? Gc2,14

Dopo la sospensione estiva della Lettera alla Comunità, torniamo a riferire ciò che in nome di tutti voi abbiamo fatto in questi mesi difficilissimi per cercare di sostenere moralmente e materialmente le persone più fragili, coloro che più hanno sofferto delle perdite del lavoro, dell’isolamento, della riduzione di supporti educativi a causa
della pandemia.
Sapevamo di poter contare sulla vostra sensibilità, sulla vostra generosità e sulle vostre preghiere e per questo abbiamo proseguito in mezzo a tante difficoltà, ansie e incertezze non interrompendo mai il nostro servizio di accoglienza, ascolto, orientamento e supporto materiale.
Il problema del lavoro e della casa , ma anche la difficoltà di far fronte alle spese quotidiane, ai problemi di salute , alla gestione dei più anziani e dei bambini ci hanno indotto ad allargare il raggio dei nostri aiuti per evitare lo scoraggiamento, l’esasperazione che pure abbiamo dovuto fronteggiare in molte delle persone che assistiamo.
Il numero delle famiglie seguite è arrivato a 190, mentre sono stati tra 125 e 140 i nuclei che hanno ricevuto e ricevono pacchi alimentari due volte al mese .
Nonostante il periodo estivo, le spese farmaceutiche sono aumentate e quelle per l’acquisto di bombole appena ridotte mentre ai contributi per le utenze (sensibilmente lievitati) si è aggiunta la necessità di contribuire più frequentemente al pagamento di affitti e di spese mediche. Ora, poi, con l’inizio del nuovo anno scolastico si è reso necessario il nostro intervento anche in questo ambito. E cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno donato materiale per la scuola.
Gli alimenti che riceviamo dal Banco Alimentare non sono mai sufficienti dato il numero di famiglie e la presenza di nuclei molto numerosi e devono essere ampiamente integrati da noi. Sappiamo già che nei prossimi mesi non riceveremo tonno, legumi, biscotti , riso, olio di semi che dovranno perciò essere acquistati se non verranno offerti dalla Comunità.
Nel complesso le nostre spese sono notevolmente aumentate rispetto agli anni scorsi e nonostante ciò finora siamo riusciti a far fronte almeno alle urgenze, grazie agli aiuti provenienti da Caritas Italiana e dalla Comunità di S. Anna ( privati e associazioni). Ma ora siamo in grandi difficoltà, anche perché impossibilitati a mettere in campo iniziative per la raccolta di fondi, come in passato. Perciò facciamo appello alla vostra sensibilità ,al vostro spirito di condivisione per consentire la prosecuzione del nostro servizio
proponendo di rinnovare o di sperimentare l’adesione al progetto di Adozione temporanea oppure attraverso offerte libere in alimenti o denaro. Sappiamo che tutti insieme potremo fare ancora molto, sempre confidando nella guida di Gesù , nostro Maestro, perché ci dia “senno e discernimento” nel servizio ai fratelli e perché non cadiamo nello scoraggiamento.
Un grazie di cuore per tutto il vostro appoggio passato e futuro dai volontari del gruppo Caritas.

Per donazioni c/c IBAN IT 44P0306913726100000012491
INTESTATO A CHIESA PARROCCHIALE DI S.ANNA -CARITAS
BANCA INTESA filiale Piazza S. Michele Lucca

Festa della Madonna del Rosario

 

RECITA DEL

SANTO ROSARIO

In preparazione alla Festa della Madonna del Rosario , compatrona della nostra Parrocchia, che sarà celebrata domenica prossima 3 ottobre, il Santo Rosario sarà recitato con le seguenti modalità:

Presso l’Oratorio alle ore 19

Nella Chiesina del Palazzaccio alle ore 18

Nella Chiesina di Corte Lenzi alle ore 21

In Chiesa alle ore 18 (prima della S.Messa)

Inizio lunedì 27 settembre

Sacramento del Battesimo

Durante il mese di settembre sono stati battezzati 10 bambini: Aurora Melani, Ludovica Nuti, Leonardo Bortoletto, Daniele Selvaggio, Niccolò Boi, Giacomo Gabelloni, Noah Santucci, Elisa Soriano, Alice Lazzarini e Gioia Carli.

La prossima celebrazione del Sacramento del Battesimo ci sarà, in Chiesa, domenica 24 ottobre alle ore 15.30

Ricordando il Grest 2021

Quella del 2021 è stata la sesta edizione del Grestorat, un’attività che cresce di anno in anno, non tanto e non solo dal punto di vista dei numeri, quanto per la capacità di mettere radici e produrre frutti nel cuore di coloro che ci entrano in contatto, per l’opera di costruzione di una piccola (ma ricca!) comunità in cui ciascuno può trovare il proprio posto per servire, in cui ciascuno può dare il proprio contributo, su misura, concreto e vero.

Proponiamo una ricca ed interessante riflessione su questa esperienza: Ricordando il Grest 2021

È iniziato il Grest 2021

È iniziato lunedì 21 Giugno il Centro Estivo Grest Orat, che si svolgerà fino al 6 Agosto.
La proposta è rivolta ai bambini della scuola primaria, dai 6 agli 11 anni.
Come nelle edizioni precedenti, gli animatori e gli educatori coinvolgeranno i bambini, divisi in gruppi, in laboratori creativi, attività didattiche, momenti di condivisione e spiritualità, all’interno della magica cornice “Sogni Giganti”, proposta da Anspi. Non mancheranno giochi a tema e attività sportive.
La giornata si svolgerà dalle ore 8 alle 16, comprendendo quindi anche la possibilità per i bambini coinvolti di consumare il pranzo al sacco.

Per ulteriori informazioni consultare il Sito dell’Oratorio