Una riflessione sull’ importanza dell’oratorio…
Gli oratori sono quel “pezzo” di Chiesa e di Regno che si fa segno premuroso e attento della cura educativa di Dio Padre verso tutti i suoi figli. La pandemia, purtroppo o per fortuna, è un forte acceleratore di processi e ci spinge, forse per la voglia di uscirne, a proiettarci verso il futuro.
Proviamo a fare questo stesso esercizio: come lo immaginiamo, in un futuro, speriamo non troppo lontano, il nostro oratorio? Desideriamo viverlo e farlo vivere facendo le
stesse “cose di prima” oppure, cogliendo l’invito del Papa, scegliamo di essere creativi?
La pandemia ci sta insegnando che ciò che conta non sono le molte attività che facciamo, quanto la qualità delle relazioni che coltiviamo. Ci sta mostrando che l’educazione e l’istruzione sono fondamentali, prima ancora dei beni che possediamo. Ci sta mostrando che dalle situazioni complesse non si esce da soli ma insieme. Ci sta mostrando che non tutti, purtroppo, hanno le stesse possibilità. Ci sta mostrando che non esiste solo una vita proiettata all’esterno che talvolta si esprime con un attivismo convulso, ma ci sta portando a coltivare la nostra interiorità.
Facciamo sì, allora, che da questa crisi il nostro Oratorio esca sempre più come luogo di relazione, di educazione e formazione, di corresponsabilità e di comunità educante, di lotta alle disuguaglianze, di cura della nostra interiorità e della nostra fede. L’Oratorio non faccia le stesse cose di prima, o meglio, riprogetti la sua missione e la sua azione educativa cercando di cogliere le opportunità che si stanno palesando e cerchi di rispondere a quei bisogni che ci siamo accorti essere parte essenziale della nostra vita di donne e di uomini secondo il vangelo.
Ricordiamoci di cosa ci ha detto Papa Francesco: “…peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla.