Attività della Settimana 21 Agosto – 27 Agosto 2022
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 21 AGOSTO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30 e 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18 - VENERDÌ 26 AGOSTO
– Inizia il campo estivo a Foce di Bucino per il gruppo di 2a superiore (26 – 28 Agosto).
Accompagniamo i ragazzi con la preghiera! - SABATO 27 AGOSTO
– Dalle ore 10 alle 12, in Chiesa, Adorazione Eucaristica. In questo tempo i preti sono a disposizione per le Confessioni.
– Alle ore 19, in Chiesa, S. Messa festiva.
- DOMENICA 28 AGOSTO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30 e 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18
Accoglienza profughi Ucraini
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795La Comunità di S. Anna ha accolto e sostiene al momento 21 persone fuggite dalla guerra, di cui 12 adulti e 9 bambini, domiciliati nel nostro quartiere.
Il gruppo Caritas della parrocchia si occupa di fornire loro il necessario e per questo chiede la collaborazione di ciascuno per poter operare al meglio. In particolare è utile l’offerta di alimenti a lunga conservazione e prodotti per la casa e igiene personale, ma anche di denaro per acquistare alimenti freschi ed altri generi di prima necessità.
Le offerte possono essere portate in chiesa nell’orario della S. Messa con l’indicazione della destinazione.
Le offerte in denaro possono essere date ai sacerdoti, ai volontari Caritas o accreditate sul conto corrente della Caritas di S. Anna.
Iban: IT44P0306913726100000012491
Grazie per il vostro aiuto
Per informazioni ulteriori contattare Emanuela (320 1922707).
La Caritas ringrazia per l’offerta ricevuta di 185 euro in memoria di Paola Lucchesi.
21 Agosto 2022 – Il passaggio giusto è per tutti, ma è stretto
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Papa Francesco, Angelus del 25 agosto 2019
Il Vangelo di oggi (cfr Lc 13,22-30) ci presenta Gesù che passa insegnando per città e villaggi, diretto a Gerusalemme, dove sa che deve morire in croce per la salvezza di tutti noi. In questo quadro, si inserisce la domanda di un tale, che si rivolge a Lui dicendo: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?» (v. 23). La questione era dibattuta a quel tempo – quanti si salvano, quanti no… – e c’erano diversi modi di interpretare le Scritture al riguardo, a seconda dei testi che prendevano. Gesù però capovolge la domanda – che punta più sulla quantità, cioè “sono pochi?…” – e invece colloca la risposta sul piano della responsabilità, invitandoci a usare bene il tempo presente. Dice infatti: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno» (v. 24).
Con queste parole, Gesù fa capire che non è questione di numero, non c’è il “numero chiuso” in Paradiso! Ma si tratta di attraversare fin da ora il passaggio giusto, e questo passaggio giusto è per tutti, ma è stretto. Questo è il problema. Gesù non vuole illuderci, dicendo: “Sì, state tranquilli, la cosa è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…”. Non ci dice questo: ci parla della porta stretta. Ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto. In che senso? Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo! È una “porta stretta” perché è esigente, l’amore è esigente sempre, richiede impegno, anzi, “sforzo”, cioè una volontà decisa e perseverante di vivere secondo il Vangelo. San Paolo lo chiama «il buon combattimento della fede» (1Tm 6,12). Ci vuole lo sforzo di tutti i giorni, di tutto il giorno per amare Dio e il prossimo.
E, per spiegarsi meglio, Gesù racconta una parabola. C’è un padrone di casa, che rappresenta il Signore. La sua casa simboleggia la vita eterna, cioè la salvezza. E qui ritorna l’immagine della porta. Gesù dice: «Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta dicendo: “Signore, aprici”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”» (v. 25). Queste persone allora cercheranno di farsi riconoscere, ricordando al padrone di casa: “Io ho mangiato con te, ho bevuto con te… ho ascoltato i tuoi consigli, i tuoi insegnamenti in pubblico…” (cfr v. 26); “Io c’ero quando tu hai dato quella conferenza…”. Ma il Signore ripeterà di non conoscerli, e li chiama «operatori di ingiustizia». Ecco il problema! Il Signore ci riconoscerà non per i nostri titoli – “Ma guarda, Signore, che io appartenevo a quell’associazione, che io ero amico del tal monsignore, del tal cardinale, del tal prete…”. No, i titoli non contano, non contano. Il Signore ci riconoscerà soltanto per una vita umile, una vita buona, una vita di fede che si traduce nelle opere.
E per noi cristiani, questo significa che siamo chiamati a instaurare una vera comunione con Gesù, pregando, andando in chiesa, accostandoci ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola. Questo ci mantiene nella fede, nutre la nostra speranza, ravviva la carità. E così, con la grazia di Dio, possiamo e dobbiamo spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia.
Ci aiuti in questo la Vergine Maria. Lei è passata attraverso la porta stretta che è Gesù. Lo ha accolto con tutto il cuore e lo ha seguito ogni giorno della sua vita, anche quando non capiva, anche quando una spada trafiggeva la sua anima. Per questo la invochiamo come “Porta del cielo”: Maria, Porta del cielo; una porta che ricalca esattamente la forma di Gesù: la porta del cuore di Dio, cuore esigente, ma aperto a tutti noi.