Attività della Settimana 24 Luglio – 30 Luglio 2022
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 24 LUGLIO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30 e 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18 - LUNEDÌ 25 LUGLIO – VIGILIA DELLA FESTA DEI SANTI ANNA E GIOACCHINO
– Ore 21 S. Messa solenne presieduta da don Lucio Malanca, nativo di S. Anna, che quest’anno celebra il 25° di ordinazione presbiterale - MARTEDÌ 26 LUGLIO – FESTA DEI SANTI ANNA E GIOACCHINO
– Ore 18.30 S. Messa con la benedizione dei bambini, dei nonni e delle mamme in dolce attesa - VENERDÌ 29 LUGLIO
Inizia il campo estivo a Foce di Bucino per il gruppo di 1a Media (29 – 31 luglio) - SABATO 30 LUGLIO
– Dalle ore 10 alle 12, in Chiesa, Adorazione Eucaristica. In questo tempo i preti sono a disposizione per le Confessioni.
– Alle ore 19, in Chiesa, S. Messa festiva.
- DOMENICA 31 LUGLIO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30 e 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18
Lettera per il cammino pasquale del nostro Vescovo Paolo (Seconda parte)
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795Scarica la lettera dell’Arcivescovo
ENERGIE NUOVE: COME E DOVE?
Il testo del Prefazio IX del Tempo ordinario indica con chiarezza che è il Signore a donare energia nuova alla sua Chiesa; quella che viene da lui, mediante lo Spirito, è tale perché non si esaurisce e perché tende costantemente a rinnovare. Non può finire, perché è l’afflato della vita stessa di Dio, cioè di un amore che in ogni prova rende più che vincitori (Rm 8,31 ); tutto posso, in colui che mi dà forza (Fil 4,13).
Conduce al nuovo, perché non permette alla sposa di Cristo di invecchiare, rimuovendo le macchie del peccato e le rughe del “si è sempre fatto così” (Ef 5,27). Il percorso pasquale che l’anno liturgico ci propone è precisamente l’ambito in cui ciò può accadere. La ricca simbologia della Veglia della Notte santa, che ne costituisce il nucleo, esprime tale possibilità attraverso alcuni passaggi: dal buio alla luce (liturgia del cero), dalla morte alla vita (immersione/emersione battesimale), dall’ordinario allo straordinario (il cambio delle vesti e l’unzione crismale dei neofiti) dalla mestizia all’esultanza (il canto dell’alleluia dopo settimane di silenzio)…
È la vita nuova battesimale – la vita-di-Dio-in-noi – che riprende vigore, trova nuovi spazi e ci rende capaci di sostenere lo sforzo durevole di ogni prova con l’energia di un amore indefettibile. È l’energia che risplende nei missionari, nei martiri, nei costruttori di pace, nei difensori dei poveri, nei custodi della vita, nei papà e nelle mamme che si consumano per i figli, nei consacrati che vivono per Dio: è l’energia dei santi!
ENERGIE NUOVE NELLA PREGHIERA
La nostra relazione personale e comunitaria con il Signore, nello Spirito, è certamente la fonte principale di questa energia rinnovabile.
Il cammino pasquale la declina in forme diverse:
• l’ascolto “penitente” della Parola e l’austerità celebrativa in Quaresima;
• la lode grata e la celebrazione festosa nel tempo di Pasqua.
In entrambi i periodi, ciò richiede di trovare nella propria giornata un luogo e un tempo per il Signore: ci sono molti strumenti, in internet e in libreria, per supportare tali momenti. L’importante è permettere a Dio di parlare al cuore, con un ascolto silenzioso e un’espressione lieta.
Suggerisco la lettura meditata dei brani della Liturgia della Parola del giorno, la recita di Lodi e Vespri e, per chi riesce a passare di chiesa, un piccolo, ma costante, tempo di adorazione eucaristica. Sul versante comunitario, si tratta invece di partecipare attivamente all’azione liturgica.
Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado (SC.7). Mi sento di raccomandare di non viverla mai da spettatori (come accade quando si segue la Messa in televisione) bensì da “attori”: arrivare puntuali, cantare con gli altri, pronunciare bene le risposte, prestare attenzione a ciò che viene detto e fatto, assumere i giusti atteggiamenti del corpo, restare in silenzio quando si deve… Se la liturgia è “azione”, ci trasmette l’energia di Dio se ad essa si prende parte, non se la si guarda!
ENERGIE NUOVE NELLA CONVERSIONE
L’energia rinnovabile di Dio ci può riempire se trova spazio adeguato. È quindi necessario fare un po’ di vuoto, riconoscendo ciò che ci impedisce di aprirci all’azione di Dio e che si chiama “peccato”. Evidentemente, chi non è disposto a cambiare idea, abitudini, modi di fare… non può attendersi nulla; anche chi rifiuta di entrare in relazione con l’altro non può aspettarsi di ospitare l’Altro.
Nel tempo di Quaresima, dunque, si fa spazio all’energia di Dio se, con sincerità, riconosciamo quando e dove l’illusione dell’autosufficienza ci ha allontanati da lui: decidere da sé il bene e il male; condurre la propria vita senza alcun riferimento al Vangelo; cercare di tutto, eccetto il Regno di Dio e la sua giustizia (Mt. 6,33).
È il tempo opportuno per fare un serio esame di coscienza, accostarsi alsacramento del perdono, decidersi per uno stile di vita più sobrio e solidale.
Nel tempo di Pasqua, l’energia rinnovabile dello Spirito ci giunge mediante la gioiosa fraternità con la comunità dei fratelli. Ecco, come è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme. Perché là il Signore manda la benedizione e la vita per sempre(Sal 133,1.3).
Vinciamo le paure e le chiusure, per ritrovarci lietamente insieme! Qualsiasi condizione si debba rispettare, non lasciamoci mancare la comunità. Volesse il Signore che si possa vivere una Pasqua “smascherata”! Se così non fosse, però, riconosciamo sempre che è tra i fratelli che egli ci attende per rinnovare in noi la gioia di essere suoi e di essere rinfrancati dalla sua energia nuova.
Perché non provare a coinvolgersi in qualche iniziativa? In molte comunità parrocchiali vengono proposti momenti di confronto legati al cammino sinodale: condividere gioie e fatiche del vivere nella Chiesa è una salutare opportunità di conversione alla fraternità.
Paolo Giulietti – Arcivescovo di Lucca (Fine 2a parte)
24 Luglio 2022 – Insegnaci a pregare
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Papa Francesco, Angelus del 28 luglio 2019
Nell’odierna pagina di Vangelo (cfr Lc 11,1-13), san Luca narra le circostanze nelle quali Gesù insegna il “Padre nostro”. Essi, i discepoli, sanno già pregare, recitando le formule della tradizione ebraica, ma desiderano poter vivere anche loro la stessa “qualità” della preghiera di Gesù. Perché loro possono constatare che la preghiera è una dimensione essenziale nella vita del loro Maestro, infatti ogni sua azione importante è caratterizzata da prolungate soste di preghiera. Inoltre, restano affascinati perché vedono che Egli non prega come gli altri maestri del tempo, ma la sua preghiera è un legame intimo con il Padre, tanto che desiderano essere partecipi di questi momenti di unione con Dio, per assaporarne completamente la dolcezza.
Così, un giorno, aspettano che Gesù concluda la preghiera, in un luogo appartato, e poi chiedono: «Signore, insegnaci a pregare» (v.1). Rispondendo alla domanda esplicita dei discepoli, Gesù non dà una definizione astratta della preghiera, né insegna una tecnica efficace per pregare ed “ottenere” qualcosa. Egli invece invita i suoi a fare esperienza di preghiera, mettendoli direttamente in comunicazione col Padre, suscitando in essi una nostalgia per una relazione personale con Dio, con il Padre. Sta qui la novità della preghiera cristiana! Essa è dialogo tra persone che si amano, un dialogo basato sulla fiducia, sostenuto dall’ascolto e aperto all’impegno solidale. E’ un dialogo del Figlio col Padre, un dialogo tra figli e Padre. Questa è la preghiera cristiana.
Pertanto consegna loro la preghiera del “Padre nostro”, forse il dono più prezioso lasciatoci dal divino Maestro nella sua missione terrena. Dopo averci svelato il suo mistero di Figlio e di fratello, con quella preghiera Gesù ci fa penetrare nella paternità di Dio; voglio sottolineare questo: quando Gesù ci insegna il Padre Nostro ci fa entrare nella paternità di Dio e ci indica il modo per entrare in dialogo orante e diretto con Lui, attraverso la via della confidenza filiale. È un dialogo tra il papà e suo figlio, del figlio con il papà. Ciò che chiediamo nel “Padre nostro” è già tutto realizzato in noi nel Figlio Unigenito: la santificazione del Nome, l’avvento del Regno, il dono del pane, del perdono e della liberazione dal male. Mentre chiediamo, noi apriamo la mano per ricevere. Ricevere i doni che il Padre ci ha fatto vedere nel Figlio. La preghiera che ci ha insegnato il Signore è la sintesi di ogni preghiera, e noi la rivolgiamo al Padre sempre in comunione con i fratelli. A volte succede che nella preghiera ci sono delle distrazioni ma tante volte sentiamo come la voglia di fermarci sulla prima parola: “Padre” e sentire quella paternità nel cuore.
Poi Gesù racconta la parabola dell’amico importuno e dice Gesù: “bisogna insistere nella preghiera”. A me viene in mente quello che fanno i bambini verso i tre anni, tre anni e mezzo: incominciano a domandare cose che non capiscono. Nella mia terra si chiama “l’età dei perché”, credo che anche qui sia lo stesso. I bambini incominciano a guardare il papà e dicono: “Papà, perché?, Papà, perché?”. Chiedono spiegazioni. Stiamo attenti: quando il papà incomincia a spiegare il perché, loro arrivano con un’altra domanda senza ascoltare tutta la spiegazione. Cosa succede? Succede che i bambini si sentono insicuri su tante cose che incominciano a capire a metà. Vogliono soltanto attirare su di loro lo sguardo del papà e per questo: “Perché, perché, perché?”. Noi, nel Padre Nostro, se ci fermiamo sulla prima parola, faremo lo stesso di quando eravamo bambini, attirare su di noi lo sguardo del padre. Dire: “Padre, Padre”, e anche dire: “Perché?” e Lui ci guarderà.
Chiediamo a Maria, donna orante, di aiutarci a pregare il Padre Nostro uniti a Gesù per vivere il Vangelo, guidati dallo Spirito Santo.