Attività della Settimana 10 Luglio – 16 Luglio 2022
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 10 LUGLIO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30 e 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18 - SABATO 16 LUGLIO
– Dalle ore 10 alle 12, in Chiesa, Adorazione Eucaristica. In questo tempo i preti sono a disposizione per le Confessioni.
– Alle ore 19, in Chiesa, S. Messa festiva.
– Nell’Auditorium del Centro Parrocchiale, alle ore 9 il convegno “Franco Sarti: uomo di fede, testimone di speranza e di carità: Un percorso di vita quotidiana“.
Il convegno si concluderà alle ore 17 con la celebrazione della S. Messa. Segue il programma dettagliato.
- DOMENICA 17 LUGLIO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30 e 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18
Comunicazione dei volontari del Centro di Ascolto Caritas della nostra Parrocchia
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795L’anno da poco trascorso è stato per tutti carico di sofferenze poiché la pandemia ha continuato a sconvolgere le relazioni sociali di ognuno di noi oltre a provocare enormi difficoltà di carattere sanitario ed economico.
Di nuovo abbiamo sperimentato l’isolamento, l’impotenza, l a fragilità delle nostre certezze. Ma in tutto questo una luce è rimasta accesa, quella della fraternità, del desiderio di farsi vicini a chi è più debole. Questa è stata la nostra forza: grazie al sostegno della Comunità di S. Anna abbiamo potuto offrire alle sempre più numerose famiglie che si sono rivolte a noi, oltre all’ascolto costante dei bisogni e degli stati d’animo, anche un aiuto concreto per far fronte a povertà vecchie e nuove.
Le famiglie seguite dal nostro Centro di Ascolto sono state circa 200, in prevalenza numerose, con bambini e ragazzi; ogni due settimane sono stati distribuiti pacchi viveri a 125/140 famiglie. Gli aiuti dati riguardano le necessità primarie (viveri, farmaci, bombole, utenze..) ma anche supporti per l’inclusione e l’emancipazione (corsi di formazione, progetti culturali , sostegno scolastico..).
Non sarà facile riuscire a ringraziare tutti e ci perdonerete se qualcuno ci sfugge perché è stato davvero continuo l’interessamento e la silenziosa partecipazione al nostro operare per i fratelli in difficoltà. Grazie dunque di cuore a tutti per gli aiuti ricevuti nel corso del 2021, in particolare:
• dai bambini della Scuola Materna “G. Rodari” di S. Anna che insieme ai genitori e al personale docente e non docente hanno raccolto e donato alimenti per la distribuzione alle famiglie in difficoltà
• da coloro che hanno lasciato offerte nella cassetta Caritas in chiesa e in farmacia
• da coloro che hanno aderito all’iniziativa delle adozioni temporanee con offerte periodiche o una tantum
• da coloro che in occasione di ricorrenze liete o tristi hanno fatto offerte in denaro o alimenti
• da coloro che hanno portato in chiesa alimenti per la distribuzione alle famiglie
• da coloro che hanno risposto con generosità alle diverse iniziative finalizzate alla raccolta fondi, viveri, materiale scolastico e farmaci
• da coloro che hanno donato mobili, oggetti per la casa e per i bambini, abiti e scarpe.
• dalle aziende e associazioni che hanno regalato panettoni, buoni e pacchi alimentari
• dall’azienda Imagicle che con la sua donazione ci ha permesso di sostenere la didattica digitale per alcuni studenti in difficoltà
• dalla pizzeria “Mary Frank “ che ha offerto la pizza a 43 persone segnalate da noi
• dalla Farmacia Maffei che, oltre alla consueta collaborazione, ha condiviso con noi le spese per i farmaci anche nel secondo anno della pandemia
• dall’Associazione “ La Finestra” che ci ha supportato periodicamente con le sue offerte.
L’inizio di questo nuovo anno si presenta ancora molto difficoltoso e per questo speriamo che non si allenti la vostra fraterna solidarietà in modo da poter far fronte ancora alle necessità delle famiglie che contano sul nostro aiuto. Grazie ancora!
IBAN Caritas S.Anna: IT 44P0306913726100000012491
10 Luglio 2022 – Chi è il mio prossimo?
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Luca Giordano – Il Buon Samaritano
Dall’Enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco
(Qui il testo integrale)
Gesù racconta che c’era un uomo ferito, a terra lungo la strada, che era stato assalito. Passarono diverse persone accanto a lui ma se ne andarono, non si fermarono. Erano persone con funzioni importanti nella società, che non avevano nel cuore l’amore per il bene comune. Non sono state capaci di perdere alcuni minuti per assistere il ferito o almeno per cercare aiuto. Uno si è fermato, gli ha donato vicinanza, lo ha curato con le sue stesse mani, ha pagato di tasca propria e si è occupato di lui. Soprattutto gli ha dato una cosa su cui in questo mondo frettoloso lesiniamo tanto: gli ha dato il proprio tempo. Sicuramente egli aveva i suoi programmi per usare quella giornata secondo i suoi bisogni, impegni o desideri. Ma è stato capace di mettere tutto da parte davanti a quel ferito, e senza conoscerlo lo ha considerato degno di ricevere il dono del suo tempo.
Con chi ti identifichi? Questa domanda è dura, diretta e decisiva. A quale di loro assomigli? Dobbiamo riconoscere la tentazione che ci circonda di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli. Diciamolo, siamo cresciuti in tanti aspetti ma siamo analfabeti nell’accompagnare, curare e sostenere i più fragili e deboli delle nostre società sviluppate. Ci siamo abituati a girare lo sguardo, a passare accanto, a ignorare le situazioni finché queste non ci toccano direttamente.
Aggrediscono una persona per la strada, e molti scappano come se non avessero visto nulla. Spesso ci sono persone che investono qualcuno con la loro automobile e fuggono. Pensano solo a non avere problemi, non importa se un essere umano muore per colpa loro. Questi però sono segni di uno stile di vita generalizzato, che si manifesta in vari modi, forse più sottili. Inoltre, poiché tutti siamo molto concentrati sulle nostre necessità, vedere qualcuno che soffre ci dà fastidio, ci disturba, perché non vogliamo perdere tempo per colpa dei problemi altrui. Questi sono sintomi di una società malata, perché mira a costruirsi voltando le spalle al dolore.
Meglio non cadere in questa miseria. Guardiamo il modello del buon samaritano. È un testo che ci invita a far risorgere la nostra vocazione di cittadini del nostro Paese e del mondo intero, costruttori di un nuovo legame sociale. È un richiamo sempre nuovo, benché sia scritto come legge fondamentale del nostro essere: che la società si incammini verso il perseguimento del bene comune e, a partire da questa finalità, ricostruisca sempre nuovamente il suo ordine politico e sociale, il suo tessuto di relazioni, il suo progetto umano. Coi suoi gesti il buon samaritano ha mostrato che «l’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro».[57]
Questa parabola è un’icona illuminante, capace di mettere in evidenza l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il buon samaritano. Ogni altra scelta conduce o dalla parte dei briganti oppure da quella di coloro che passano accanto senza avere compassione del dolore dell’uomo ferito lungo la strada. La parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune. Nello stesso tempo, la parabola ci mette in guardia da certi atteggiamenti di persone che guardano solo a sé stesse e non si fanno carico delle esigenze ineludibili della realtà umana.
Il racconto, diciamolo chiaramente, non fa passare un insegnamento di ideali astratti, né si circoscrive alla funzionalità di una morale etico-sociale. Ci rivela una caratteristica essenziale dell’essere umano, tante volte dimenticata: siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nell’amore. Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga “ai margini della vita”. Questo ci deve indignare, fino a farci scendere dalla nostra serenità per sconvolgerci con la sofferenza umana. Questo è dignità.