Attività della settimana 13 Marzo – 19 Marzo 2022
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 13 MARZO – Seconda Domenica di Quaresima
Orario SS. Messe:
– in Chiesa alle ore 8.30, 10.30 e 12
– nell’Auditorium del Centro Parrocchiale alle ore 17
– Alle ore 10, in Auditorium, S. Messa per il solo gruppo di 5a Elementare.
– Alle ore 18, in Chiesa, S. Messa per il solo gruppo di 1a Media - LUNEDÌ 14 MARZO
– Alle ore 21, in Chiesa, prove del coro - MARTEDÌ 15 MARZO
– Alle ore 21, in Chiesa, incontro di preghiera quaresimale per tutta la Comunità sulle “Sette Parole di Gesù in Croce” - MERCOLEDÌ 16 MARZO
– Alle ore 21, sul canale YouTube della Diocesi di Lucca, il Prof. Mauro Magatti, Sociologo dell’Università Cattolica di Milano, affronterà il tema “La ripartenza sociale” - GIOVEDÌ 17 MARZO
– Alle ore 16, in Auditorium, l’Associazione “La Finestra” organizza incontro con Francesco Ristori e con Alessandro Melosi che presenteranno il libro “Mah…quando ce le danno le botte?”
– Alle ore 18,30, nella Chiesa di S. Anna, Stazione Quaresimale cittadina. (Non viene celebrata la S. Messa)
- VENERDÌ 18 MARZO
– Dalle ore 19 alle 20 i preti sono a disposizione per la Celebrazione del Sacramento della Riconciliazione - SABATO 19 MARZO
– Dalle ore 10 alle 12, in Chiesa, Adorazione Eucaristica. In questo tempo i preti sono a disposizione per le Confessioni.
– Alle 15, in Auditorium, catechismo per il gruppo di 4a Elementare.
– Alle 15.30, all’Oratorio, catechismo per il gruppo di 3a Media.
– Alle ore 19, in Chiesa, S. Messa festiva - DOMENICA 20 MARZO – Terza Domenica di Quaresima
Orario SS. Messe:
– in Chiesa alle ore 8.30, 10.30 e 12
– nell’Auditorium del Centro Parrocchiale alle ore 17
– In questa domenica, Pomeriggio di Spiritualità per i giovani: Inizio alle ore 14.30 e conclusione con la celebrazione della S. Messa seguita dalla cena
Messa feriale: nella Chiesa Parrocchiale alle ore 18:30
Come è nato il Rosario
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795La tradizione latina del primo millennio non conosce il Rosario. La preghiera per eccellenza era appunto il Salterio, i 150 salmi biblici pregati soprattutto nei monasteri.
Quando giunsero nei monasteri persone desiderose di vivere la vita monastica senza avere alcun rudimento del latino, tale condizione rendeva impossibile la partecipazione attiva nel canto dei salmi.
Alla fine del primo millennio, forse nei monasteri dell’Irlanda, si cominciò ad utilizzare, per coloro che non conoscevano il latino, una nuova forma di preghiera che in qualche modo avesse una relazione con il salterio. Per questi uomini fu proposto l’uso di sostituire la recita dei 150 salmi con altrettanti “Padre nostro”, da pregare mediante l’uso di una cordicella dove erano stati fatti 150 piccoli nodi.
Inizia così l’uso del cosiddetto Salterio dei poveri. Questo sistema di preghiera si diffuse in tutti i monasteri europei per gli stessi motivi.
Attorno al secolo XII si diffuse anche l’uso del saluto dell’Angelo a Maria. (Ave Maria, piena di grazia…)
Nelle istituzioni monastiche è annotato che il salterio dei poveri aggiungesse ai 150 Padre Nostro altrettante Ave Maria.
Si comincia così l’uso che segnò l’inizio della preghiera del Rosario, che diventerà un vero salterio mariano fatto appunto di 150 Ave Maria. Per la recita si continuò ad usare la stessa cordicella annodata, che conservò per molto tempo il nome di Pater Noster anche quando serviva a recitare solo le Ave Maria.
Nel secolo XIV, poi, il certosino Enrico di Kalkar portò la preghiera del Rosario più o meno al sistema che anche oggi conosciamo: egli suddivise il salterio mariano in 15 decine inserendo, tra una decina e l’altra, il Padre Nostro. Continua a leggere
13 Marzo 2022 – La visione e l’ascolto
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Raffaello – Trasfigurazione
Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto (Luca 9,29)
Gesù ha già annunciato la sofferenza terribile che dovrà affrontare, quando contro di lui si scatenerà la cattiveria e la violenza degli uomini.
Nel brano evangelico c’è una manifestazione, dunque, che costituisce un chiaro anticipo della Pasqua, di quella gloria a cui Gesù giungerà dopo aver attraversato la prova della passione e della morte.
Quando il volto di Cristo apparirà sfigurato dal dolore, coperto di sangue, attraversato dagli spasimi dell’agonia, i discepoli non dovranno lasciarsi abbattere: il Crocifisso, infatti, non è il perdente, lo sconfitto.
Quella gloria è il destino di ogni discepolo a seguire Gesù per amore e percorre la sua stessa strada, si lascia “sfigurare” e “colpire” per essere “trasfigurato” e “conoscere” la gioia e la pienezza di Dio.
Ma com’è possibile non venir meno in si mili circostanze? Se la “visione” dura per un istante, la parola di Gesù li accompagna sempre. E’ a quella Parola – come invita la voce che esce dalla nube – che i discepoli dovranno fare riferimento per affrontare vittoriosi la lotta che li attende.
E’ una Parola capace di destare la fiducia, una Parola che genera speranza per guardare oltre alle sofferenze del momento presente, una Parola che tiene desto l’amore, un amore pronto a sacrificarsi senza chiedere garanzie e reti di protezione, un amore disposto a perdere la vita per ritrovarla totalmente cambiata dalla bontà di Dio.