Attività della Settimana 19 Giugno – 25 Giugno 2022
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 26 GIUGNO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30 e 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18
– Alle ore 16, a Foce di Bucino “Festa di riapertura” della casa (vedi il programma che segue) - GIOVEDÌ 30 GIUGNO
– Alle ore 17, in Auditorium, L’Associazione “La Finestra” organizza un incontro con il Dott. Francesco Niccoli (Museo della Cattedrale) che presenta “Un itinerario fra arte e storia – Dal Volto Santo a Ilaria Del Carretto“ - SABATO 2 LUGLIO
– La consueta adorazione Eucaristica questo sabato non avrà luogo perché sarà celebrato un matrimonio.
– Alle ore 19, in Chiesa, S. Messa festiva.
- DOMENICA 3 LUGLIO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30 e 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18
“In Te mi rifugio…”
Domenica 26 giugno “Festa di riapertura” della casa di Foce di Bucino
Dopo due anni di interruzione forzata, finalmente questa estate ripartiranno i campeggi a Foce di Bucino, tappa fondamentale per la crescita umana e spirituale dei nostri adolescenti e giovani.
Il covid ha frenato le nostre iniziative, ma non l’amore e l’entusiasmo per questo luogo; in questi anni di pausa, infatti, abbiamo deciso di proseguire con i lavori di ristrutturazione iniziati già nel 2015 e portati avanti in questi anni.
Grazie alla generosità di molti e ai contributi della CEI (8×1000) e delle Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte, è stato possibile rifare il tetto della canonica, ritinteggiare gli spazi interni e mettere a norma i locali della cucina. Il tutto per rendere Foce sempre più accogliente e adeguata alla permanenza dei nostri ragazzi.
Con l’iniziativa “Adotta un materasso per Foce” stiamo cercando di rinnovare anche i letti della casa.
Domenica 26 giugno, faremo la “Festa di riapertura” e dedicheremo la casa al Vescovo Bruno Tommasi (don Bruno per noi santannesi) che nel lontano 1979 desiderò fortemente che la parrocchia di Sant’Anna iniziasse la sua meravigliosa avventura a Foce di Bucino.
Il programma della giornata prevede la Messa alle 16, a seguire una merenda insieme.
Per prenotazioni e informazioni contattare: 347 6907406.
Vi aspettiamo numerosi!
Custodire la vita
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795Continuiamo la riflessione sulla 44a Giornata per la Vita con un articolo dell’ex magistrato e giurista Giuseppe Anzani, pubblicato sul quotidiano Avvenire sabato 5 febbraio e del quale seguono alcune frasi.
Così preziosa, così fragile. Così bella, così insidiata la vita. (…) La vita, il corpo, il nostro corpo fatto di centomila miliardi di cellule, bellezza di vita tra le infinite iridescenze della vita che ferve nel cosmo in mille forme, è un tempio; un respiro lo abita, un pensiero, un’autocoscienza, una libertà. Il bios si trascende nel mistero dello spirito.
L’homo sapiens non è solo un bio-uomo, è un soffio di Dio. Bellezza insidiata, la vita. (…) A dar morte non ci sono solo le catastrofi e i morbi: anche il sapiens ne ha inventate di suo mille versioni, armi guerre e devastazione dell’ambiente; e oppressione dei poveri, e tra i più poveri la pandemia abortiva con la quale convive in accecata rassegnazione, o fors’ anche promozione.
Come amare la vita, come salvarla? In favore della vita si muove un volontariato generoso, dai molti profili. Alcuni scrivono sulla loro bandiera “rispettare” la vita, altri “difendere” la vita, altri “proteggere” la vita.(…)
Ma c’è ancora una parola che tutte sormonta, ed è “custodire”. Custodire dice essenzialmente un cuore innamorato di ciò che tien caro.(…)
Se le proiettiamo sulla vita, subito appare la radicale peculiarità “umana” del custodire, quale vocazione originaria. Si legge nel Libro sacro che Dio pose l’uomo nell’Eden «perché lo coltivasse e lo custodisse». Si legge ancora che il primo delitto contro la vita si legò al rinnegamento d’esser “custode” del proprio fratello. E se trascorriamo attraverso i millenni fino a noi, contando le vite sfregiate non solo dall’odio ma dall’incuria e dallo scarto o dal rifiuto di esserne custodi, fino all’ecatombe di aborti nel mondo di oggi, vediamo quanto tragicamente persista la disumana deriva di una vocazione infranta.
Oggi (…)la custodia del creato deve diventare cultura, insediarsi nella coscienza. Farsi mente e cuore, e abitudine interiore, consapevolezza che la dignità di ogni cosa creata e in specie della vita umana si riconduce al dono del Creatore dell’universo, ha origine da quel Grembo d’amore.(…)
Custodire, dunque, non è semplicemente un’azione, un lavoro: è una radice del pensiero che germoglia e fiorisce nell’anima, prima di dar frutto nei gesti e nel costume. Il suo contrario è lo scarto, cioè la distruzione, la sconfitta della speranza. Custodire è invece anche una festa, una pace, un conforto, un canto di lode.
26 Giugno 2022 – Ti seguirò ovunque tu vada
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme (Luca 9,51)
Il Vangelo di questa domenica (Lc 9,51-62) mostra un passaggio molto importante nella vita di Cristo: il momento in cui – come scrive san Luca – «Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme» (9,51). Gerusalemme è la meta finale, dove Gesù, nella sua ultima Pasqua, deve morire e risorgere, e così portare a compimento la sua missione di salvezza.
Da quel momento, dopo quella “ferma decisione”, Gesù punta dritto al traguardo, e anche alle persone che incontra e che gli chiedono di seguirlo, dice chiaramente quali sono le condizioni: non avere una dimora stabile; sapersi distaccare dagli affetti umani; non cedere alla nostalgia del passato.
Ma Gesù dice anche ai suoi discepoli, incaricati di precederlo sulla via verso Gerusalemme per annunciare il suo passaggio, di non imporre nulla: se non troveranno disponibilità ad accoglierlo, si proceda oltre, si vada avanti. Gesù non impone mai, Gesù è umile, Gesù invita. Se tu vuoi, vieni. L’umiltà di Gesù è così: Lui invita sempre, non impone.
Tutto questo ci fa pensare. Ci dice, ad esempio, l’importanza che, anche per Gesù, ha avuto la coscienza: l’ascoltare nel suo cuore la voce del Padre e seguirla. Gesù, nella sua esistenza terrena, non era, per così dire, “telecomandato”: era il Verbo incarnato, il Figlio di Dio fatto uomo, e a un certo punto ha preso la ferma decisione di salire a Gerusalemme per l’ultima volta; una decisione presa nella sua coscienza, ma non da solo: insieme al Padre, in piena unione con Lui! Ha deciso in obbedienza al Padre, in ascolto profondo, intimo della sua volontà. E per questo la decisione era ferma, perché presa insieme con il Padre. E nel Padre Gesù trovava la forza e la luce per il suo cammino. E Gesù era libero, in quella decisione era libero. Gesù vuole noi cristiani liberi come Lui, con quella libertà che viene da questo dialogo con il Padre, da questo dialogo con Dio. Gesù non vuole né cristiani egoisti, che seguono il proprio io, non parlano con Dio; né cristiani deboli, cristiani, che non hanno volontà, cristiani «telecomandati», incapaci di creatività, che cercano sempre di collegarsi con la volontà di un altro e non sono liberi. Gesù ci vuole liberi e questa libertà dove si fa? Si fa nel dialogo con Dio nella propria coscienza. Se un cristiano non sa parlare con Dio, non sa sentire Dio nella propria coscienza, non è libero, non è libero.
Per questo dobbiamo imparare ad ascoltare di più la nostra coscienza. Ma attenzione! Questo non significa seguire il proprio io, fare quello che mi interessa, che mi conviene, che mi piace… Non è questo! La coscienza è lo spazio interiore dell’ascolto della verità, del bene, dell’ascolto di Dio; è il luogo interiore della mia relazione con Lui, che parla al mio cuore e mi aiuta a discernere, a comprendere la strada che devo percorrere, e una volta presa la decisione, ad andare avanti, a rimanere fedele.
La Madonna, con grande semplicità, ascoltava e meditava nell’intimo di se stessa la Parola di Dio e ciò che accadeva a Gesù. Seguì il suo Figlio con intima convinzione, con ferma speranza. Ci aiuti Maria a diventare sempre più uomini e donne di coscienza, liberi nella coscienza, perché è nella coscienza che si dà dialogo con Dio; uomini e donne, capaci di ascoltare la voce di Dio e di seguirla con decisione.
Papa Francesco, dall’Angelus del 30 giugno 2013