Vita Parrocchiale: 8 Settembre – 14 Settembre 2024
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 8 SETTEMBRE
Orario SS. Messe
– Ore 8.30 – 10.30 – 12 – 18 in auditorium - LUNEDÌ 9 SETTEMBRE
– Alle ore 21, in Auditorium, riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale - VENERDÌ 13 SETTEMBRE – VIGILIA DI SANTA CROCE
– ore 18.00 Cattedrale: Primi Vespri presieduti da Mons. Arcivescovo
– ore 20.00 Sagrato della Basilica di San Frediano: preghiera d’inizio della Luminara. Al termine, in piazza San Martino, Celebrazione di conclusione e Mottettone - SABATO 14 SETTEMBRE – ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
– ore 8.00-10.30 Cattedrale: celebrazione del sacramento della Penitenza
– ore 9.00 Cattedrale: santa Messa
– ore 10.00 Cattedrale: Lodi mattutine
– ore 10.30 Cattedrale: Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Arcivescovo.
– ore 16.00-18.00 Cattedrale: celebrazione del sacramento della Penitenza
– ore 17.00 Cattedrale: Secondi Vespri e “stazione” al Volto Santo
– ore 18.00 Cattedrale: Santa Messa (animata dal coro della nostra parrocchia) - DOMENICA 15 SETTEMBRE
Orario SS. Messe
– Ore 8.30 – 10.30 – 12 – 18 in auditorium
Non costa niente ma vale tanto: Dona il 5×1000
ASSOCIAZIONE ORATORIO DI S.ANNA
Codice fiscale:92023190462
Oppure
ASSOCIAZIONE “LA FINESTRA” (Anziani)
Codice fiscale:92024360460
In evidenza: 8 Settembre 2024
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795Riportiamo la notificazione della solennità scritta dal nostro Arcivescovo Paolo, nella quale sono indicate le opere che quest’anno saranno sostenute dalle offerte raccolte la domenica 8 settembre.
Solennità della Santa Croce 2024
Fa’ splendere il tuo volto, e noi saremo salvi. (Sal 80, 4)
Carissimi fratelli e sorelle, anche quest’anno per le celebrazioni di Santa Croce non potremo prestare omaggio al Volto Santo nel modo consueto, poiché gli impegnativi lavori di restauro non sono completati (lo saranno con tutta probabilità per il settembre del 2025); vivremo comunque la festa nello spirito della tradizione, rinnovando la fede nel Cristo crocifisso-risorto, nostro Salvatore. Ciò che conta, in fin dei conti, è volgere insieme lo sguardo al Signore, nella cui umanità sofferente e glorificata si manifesta per noi la misericordia di Dio, che desidera colmare i suoi figli di vita piena e abbondante.
Abbiamo estrema necessità di essere confermati in questa fiducia, perché i tempi che corrono sono densi di incognite e suscitano inquietudine nell’animo di molti, soprattutto di coloro che fanno più fatica nel tirare avanti ogni giorno, dei giovani che non sono incoraggiati a dare il meglio di sé, degli anziani che vedono deteriorarsi il mondo costruito con fatica. Il Volto Santo si mostra a noi appeso alla croce, terribile strumento di sofferenza e di morte, non come chi ne viene sconfitto e annichilito, ma come uno che vi si colloca quasi su un trono regale, vincitore con la forza dell’amore su ogni genere di male, sul peccato e infine sulla morte. La sua vittoria è la nostra speranza, sorgente affidabile di fiducia verso il futuro, nonostante tutto. Generazioni di Lucchesi hanno poggiato il proprio impegno ecclesiale, civile e sociale su questa certezza, costruendo una comunità forte e solidale, unita dal comune riferimento al Cristo crocifisso risorto.
L’orizzonte del Giubileo, dedicato da papa Francesco alla speranza, suggerisce di sottolineare questa dimensione delle celebrazioni di Santa Croce, ispirandone anche il tradizionale intervento caritativo, noto come Opera Sociale della Santa Croce. Per il 2024, infatti, propongo di destinare le offerte che saranno raccolte domenica 8 settembre a sostenere le strutture di accoglienza per pellegrini presenti nella nostra Diocesi lungo la Via Francigena:
- la Casa del pellegrino di Valpromaro, gestita dai parrocchiani in collaborazione con l’Associazione “Accoglienza pellegrina”;
- il Pellegrinaio di San Davino in Lucca, gestito dalla Parrocchia del Centro storico;
- l’Ospitale dei Santi Martino e Giacomo in Lucca, gestito dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella;
- l’Hospitale di San Pietro in Badia Pozzeveri, gestito dall’Associazione “Sentieri di felicità”.
In ciascuno di questi ospitali potrà essere realizzato un piccolo intervento di miglioria.Tutte queste strutture sono situate in immobili di proprietà ecclesiastica, vengono portate avanti da volontari e accolgono in forma gratuita, accettando solo offerte libere e anonime. Grazie a queste caratteristiche, esse incarnano la tradizione antichissima dell’hospes tamquam Christus presente nella Chiesa sin dagli inizi in ossequio a Mt 25, 24 (”Ero straniero e mi avete accolto”), consacrata dalla regola di San Benedetto e ampiamente praticata in tutte le grandi vie di pellegrinaggio da istituti religiosi, confraternite, ordini cavallereschi… tanto da costituirne l’indispensabile infrastruttura logistica. L’accoglienza gratuita esprime il primato della relazione sul profitto, della fiducia nella Provvidenza sulla pianificazione, della speranza sul disincanto. Sostenerla come Chiesa locale è pertanto un’autentica apertura allo spirito del prossimo Giubileo. Questo ci disporrà anche ad essere attenti al flusso di pellegrini che certamente attraverserà il nostro territorio non solo lungo la Via Francigena, ma anche per i tanti cammini religiosi che solcano il territorio lucchese:
- la Via Matildica – da Mantova a Lucca – che scende da San Pellegrino in Alpe;
- la Via del Volto Santo – da Pontremoli a Lucca – variante montana della Francigena;
- il Cammino di San Jacopo in Toscana – da Firenze a Livorno – dal XVI sec. itinerario privilegiato per recarsi a Barcellona via mare e di lì raggiungere Santiago;
- il Cammino di Santa Giulia – da Livorno a Brescia – che sale dai Monti Pisani fino ai valichi dell’Appennino;
- lo Chemin d’Assise – da Vézélay ad Assisi – che percorre la Garfagnana e la Piana di Lucca.
La lucchesia e la città di Lucca sono da secoli crocevia di pellegrinaggi: essi hanno contribuito a plasmare la nostra civiltà e a generare importanti opere in campo sociale, strutturale e artistico. Esserne consapevoli alla vigilia di un evento che ne rinnoverà, almeno in parte, l’esperienza, ci aiuterà a coglierne i frutti per noi e per i nostri ospiti, facendo di questa rinnovata itineranza spirituale un vero e proprio segno di speranza. Essa infatti dichiara che la Chiesa e l’umanità sono in cammino, nella fatica e nell’incertezza di strade impegnative, verso un destino radioso, perché il Signore le chiama a condividere la gioia pasquale del Cristo nella dimora eterna che tutti ci attende e ne sostiene il percorso. Questa speranza rende ragione di ogni sacrificio e incoraggia dinanzi alle incognite del futuro: lo splendore del volto del Crocifisso-risorto è certezza di salvezza, nel tempo e nell’eternità.
Vi saluto tutti con affetto e di cuore vi benedico.
24 agosto, festa di San Bartolomeo apostolo
+ PAOLO GIULIETTI
Festa della Patrona Sant’Anna
Il 25 e 26 luglio scorsi abbiamo celebrato la festa della nostra Patrona, anche con la processione che ha visto una buona partecipazione dei fedeli.
L’invocazione a Sant’ Anna
Perché Sant’Anna è ritenuta la protettrice delle donne incinte e delle partorienti? Perché la sua gravidanza fu un miracolo, ebbe un parto felice e sereno, una figlia sana ed esempio di purezza e, nonostante l’età, anche latte sufficiente per allevarla e crescerla.
È per questo le donne incinte e le partorienti devote la invocano, per chiedere la sua intercessione per avere ciò che ebbe lei, da una gravidanza serena al parto senza difficoltà.
Ecco la più nota delle invocazioni:
Preghiera a Sant’Anna della mamma in attesa di un figlio
O Signore, per intercessione
di Sant’Anna, madre della Madonna,
ti chiedo di accompagnarmi in questo tempo
di gestazione della creatura
che hai voluto far vivere nel mio seno.
Grazie, perché mi hai scelta
per questo compito così importante:
essere madre di una nuova creatura
e così collaborare con te Creatore.
O Signore, per intercessione di Sant’Anna,
fa che la creatura che è in me sia un dono
che renda più unita la mia famiglia
e una benedizione per tutti.
Fai che l’attesa della nascita
ci aiuti ad essere generosi e perseveranti
nella fede e nella carità.
Amen
Preghiera a Sant’Anna
Gloriosa Sant’Anna, protettrice delle famiglie cristiane, a te affido i miei figli e i miei nipoti.
So che li ho ricevuti da Dio e che a Dio appartengono.
Pertanto ti prego di concedermi la grazia di accettare ciò che la Divina Provvidenza ha disposto per loro.
Benedicili, o misericordiosa Sant’Anna e mettili sotto la tua protezione.
Non ti chiedo per loro privilegi eccezionali, solamente desidero consacrarti le loro anime e i loro corpi, affinché tu li possa preservare da ogni male.
A te affido le loro necessità temporali e la loro salvezza eterna.
Sbandieratori, bene i giovani nei tornei under a Montefalco (PG)
Il Gruppo Sbandieratori e Musici Città di Lucca – Contrada Sant’Anna, torna da Montefalco con grandi soddisfazioni.
Il gruppo storico, protagonista da diversi anni con i propri atleti in ambito nazionale e più volte campione d’Italia nelle varie specialità, si afferma anche con le proprie giovani leve nella XIII edizione dei campionati under organizzati dalla Lega Italiana Sbandieratori.
I rulli di tamburo e la tecnica dei musici Under 15 conquistano la medaglia di bronzo mentre per gli sbandieratori arrivano due argenti con la Piccola squadra under 18 e la coppia Under 18.
Dalla spedizione in terra umbra arriva anche una medaglia d’oro con il singolo under 18 messo in mostra da Federico Rosati.
Dettagli e foto nella Pagina del gruppo sbandieratori e musici
Premiati del concorso di narrativa
“Finestra a primavera”
Ecco l’elenco dei premiati del secondo concorso di narrativa per l’anno 2023/2024, “Finestra a primavera”, indetto dall’Associazione di Volontariato “La Finestra”:
- Primo premio: Copri il dottore di Claudio Sabò
- Secondo premio: Parole sospese di Antonella Arcangeli
- Terzo premio: Sandali alla schiava di Giovanna Maria Cesari
Menzioni speciali:
Correva la fantasia tra la via Emilia e il West di Stefano De Vescovi
Fiocco rosa di Emily Francesconi
Occhi di Franco Regole
Io e te di Manuela Potiti
German e la Betta di Michele Lovi
Premio speciale fedeltà: Gabriele Serafini
La premiazione è prevista per sabato 19 ottobre 2024 alle ore 16.30 presso l’Oratorio di S. Anna, Via Fratelli Cervi – Lucca
Sotto il Matanna una casa che rivive con tanti volontari
Proponiamo l’articolo che il nostro “Giornalista Parrocchiale” Michele Citarella ha pubblicato sulla rivista In Cammino associata al settimanale Toscana Oggi del 23 giugno 2024
L’estate è ormai alle porte e i catechisti delle varie comunità parrocchiali sono in fermento per gli ultimi preparativi in vista dei campi estivi che ravvivano case parrocchiali situate in zone di montagna ora scarsamente abitate e ormai privi di una comunità locale stabilmente presente. Si tratta di case vissute per poche settimane durante l’anno, concentrate nel periodo estivo, ma che richiedono manutenzione costanti e pulizie ordinarie in periodi ben più lunghi del solo periodo dei campeggi, Manutenzione e pulizie che vengono compiute in sordina, lontano dai riflettori e affidate a volontari che hanno deciso di dedicare qualche fine settimana e qualche ritaglio di tempo per contribuire a rendere accogliere queste case dove si svolgono i ritiri estivi dei gruppi di giovani.
Esempio forte di tale legame con la casa parrocchiale di montagna «ricevuta in adozione» arriva dalla comunità di S. Anna (Lucca), dove è attivo da oltre 40 anni il gruppo Foce, nato con l’intento di garantire i lavori di manutenzione della casa estiva di Foce di Bucino.
Era il 1979 quando Monsignor Bruno Tommasi, all’epoca parroco a S. Anna, acquisì questa casa con l’intento di creare un punto stabile di riferimento per momenti di preghiera, formazione e programmazione delle attività per il successivo autunno. I volontari della prima ora ricordano: «Don Bruno sentiva fortemente la necessità di offrire ai ragazzi un luogo isolato dalla frenesia di tutti i giorni e fu abile nel trovare un accordo con i pochi residenti nel posto, cui promise tutela dei luoghi e degli arredi della chiesa e della canonica. Acquisita la gestione della casa, fu necessario mettersi a lavoro per adeguare gli ambienti e renderli ospitali per i gruppi di catechismo». Nacque così il gruppo Foce, che iniziò a prendersi cura della casa all’ombra del Monte Matanna.
La cucina del parroco si trasformò in cucina in grado di preparare pasta e prelibatezze per trenta ragazzi affamati, le camere si riempirono di letti a castello acquisiti e trasportati da S. Anna con la disponibilità e la solidarietà di un’intera comunità, così come vennero realizzati ulteriori servizi igienici e docce, pur mantenendo il decoro che un’area montana richiede.
Nel corso degli anni, il gruppo Foce ha avuto il necessario ricambio generazionale, grazie all’esempio dei predecessori. E sono proprio le nuove leve, nelle domeniche che precedono l’estate, ad organizzarsi per areare gli ambienti dopo mesi di chiusura, a manutenere caldaia e a ripulire le camere e il cortile parrocchiale. Ci sono anche lavori esterni, quali il taglio d’erba, la cura della staccionata e del piazzale antistante alla chiesa. «Negli anni recenti la casa e la chiesa di Foce di Bucino hanno dovuto subire lavori di straordinaria manutenzione ad opera di una ditta specializzata e il nostro impegno si è quindi concentrato nelle pulizie successive al cantiere. Siamo felici di questo nostro compito nella comunità, Che è quello di garantire una casa accogliente in un luogo lontano dallo stress quotidiano, distaccato dai social e prezioso per la catechesi dei giovani della nostra comunità della nostra Diocesi».
CORSO PRIMO SOCCORSO E DAE PRESSO IL NOSTRO ORATORIO
Un ambiente accogliente è anche un ambiente sicuro. Così il nostro oratorio, che riceve ogni giorno bambini, ragazzi e adulti per attività che spaziano dallo sport alla catechesi fino al Grest, ha organizzato un corso di primo soccorso con aggiornamento periodico con addestramento all’utilizzo del DAE, installato all’interno dei proprio ambienti.
Un’attenzione al prossimo che ha visto protagonisti catechisti, volontari e animatori Grest, attenti a mettere in pratica quanto indicato dai volontari dell’Associazione Mirco Ungaretti cui va il ringraziamento della nostra parrocchia e della comunità di S. Anna.
Fa udire i sordi e fa parlare i muti
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Il Vangelo di questa domenica (cfr Mc 7,31-37) riferisce l’episodio della guarigione miracolosa di un sordomuto, operata da Gesù. Gli portarono un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. Egli, invece, compie su di lui diversi gesti: prima di tutto lo condusse in disparte lontano dalla folla. In questa occasione, come in altre, Gesù agisce sempre con discrezione. Non vuole fare colpo sulla gente, Lui non è alla ricerca della popolarità o del successo, ma desidera soltanto fare del bene alle persone. Con questo atteggiamento, Egli ci insegna che il bene va compiuto senza clamori, senza ostentazione, senza “far suonare la tromba”. Va compiuto in silenzio.
Quando si trovò in disparte, Gesù mise le dita nelle orecchie del sordomuto e con la saliva gli toccò la lingua. Questo gesto rimanda all’Incarnazione. Il Figlio di Dio è un uomo inserito nella realtà umana: si è fatto uomo, pertanto può comprendere la condizione penosa di un altro uomo e interviene con un gesto nel quale è coinvolta la propria umanità. Al tempo stesso, Gesù vuol far capire che il miracolo avviene a motivo della sua unione con il Padre: per questo, alzò lo sguardo al cielo. Poi emise un sospiro e pronunciò la parola risolutiva: «Effatà», che significa “Apriti”. E subito l’uomo venne sanato: gli si aprirono gli orecchi, gli si sciolse la lingua. La guarigione fu per lui un’«apertura» agli altri e al mondo.
Questo racconto del Vangelo sottolinea l’esigenza di una duplice guarigione. Innanzitutto la guarigione dalla malattia e dalla sofferenza fisica, per restituire la salute del corpo; anche se questa finalità non è completamente raggiungibile nell’orizzonte terreno, nonostante tanti sforzi della scienza e della medicina. Ma c’è una seconda guarigione, forse più difficile, ed è la guarigione dalla paura. La guarigione dalla paura che ci spinge ad emarginare l’ammalato, ad emarginare il sofferente, il disabile. E ci sono molti modi di emarginare, anche con una pseudo pietà o con la rimozione del problema; si resta sordi e muti di fronte ai dolori delle persone segnate da malattie, angosce e difficoltà. Troppe volte l’ammalato e il sofferente diventano un problema, mentre dovrebbero essere occasione per manifestare la sollecitudine e la solidarietà di una società nei confronti dei più deboli.
Gesù ci ha svelato il segreto di un miracolo che possiamo ripetere anche noi, diventando protagonisti dell’«Effatà», di quella parola “Apriti” con la quale Egli ha ridato la parola e l’udito al sordomuto. Si tratta di aprirci alle necessità dei nostri fratelli sofferenti e bisognosi di aiuto, rifuggendo l’egoismo e la chiusura del cuore. È proprio il cuore, cioè il nucleo profondo della persona, che Gesù è venuto ad «aprire», a liberare, per renderci capaci di vivere pienamente la relazione con Dio e con gli altri. Egli si è fatto uomo perché l’uomo, reso interiormente sordo e muto dal peccato, possa ascoltare la voce di Dio, la voce dell’Amore che parla al suo cuore, e così impari a parlare a sua volta il linguaggio dell’amore, traducendolo in gesti di generosità e di donazione di sé.
Maria, Colei che si è totalmente «aperta» all’amore del Signore, ci ottenga di sperimentare ogni giorno, nella fede, il miracolo dell’«Effatà», per vivere in comunione con Dio e con i fratelli.
Papa Francesco, Angelus del 9 settembre 2018