Vita Parrocchiale: 25 Giugno – 1 Luglio 2023
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 25 GIUGNO
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30 – 10.30 – 12
– In Auditorium alle ore 18 - SABATO 1 LUGLIO
– Alle ore 19, in Auditorium , S. Messa festiva - DOMENICA 2 LUGLIO
Tutte le SS. Messe sono celebrate in Auditorium
Orario SS. Messe:
8.30 – 10.30 – 12 – 18
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In evidenza – 26 Marzo 2023
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795IL RICORDO DEI MARTIRI MISSIONARI
Il 24 marzo 2023 abbiamo celebrato la 31° Giornata dei Missionari martiri, facendo memoria di quanti hanno perso la vita durante il proprio servizio pastorale, uccisi poiché fedeli al Vangelo fino all’ultimo istante.
Il loro sacrificio non passi inosservato, diventi piuttosto stimolo ed esempio di totale dedizione all’annuncio della Buona Notizia tra gli ultimi della terra, laddove il messaggio di speranza di Cristo è quanto mai urgente e necessario. Non possiamo non ricordare con particolare attenzione suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa in Mozambico nel corso di un’azione terroristica e la piccola sorella del Vangelo Luisa Dell’Orto, assassinata in un agguato tra i vicoli della capitale Haiti.
Entrambe spendevano l’intera vita rispondendo ai bisogni di due popoli martoriati da guerre, calamità, criminalità e soprusi. La loro testimonianza ci ricorda che persino in quei luoghi dimenticati da tutti e abbandonati alla sorte atroce della sopravvivenza, il Vangelo è più vivo che mai e nutre la forza di andare avanti, nonostante tutto, di crescere, migliorare, di dare un futuro ai propri figli e dignità a chi soffre la miseria.
Il martire è colui che non si tira indietro dal testimoniare la propria fede nonostante la minaccia di morte. La parola “martire”, infatti, deriva dal greco e significa “testimone”. Nella storia del cristianesimo sono tanti i martiri che, pur di non tradire la fede in Gesù Risorto, hanno messo a repentaglio la propria vita: Santo Stefano, il primo martire, ucciso per la sua fede in Cristo; i martiri dei primi secoli sotto l’impero romano, che vietava la professione del cristianesimo; ma anche nella storia recente, i martiri di alcuni Paesi comunisti, il cui regime proibiva ogni forma di fede religiosa; o nella storia attuale, i martiri in alcuni Paesi Arabi, dove l’Isis ha perseguitato tutti coloro che professavano una fede diversa dalla loro. “I martiri – dice Papa Francesco – sono quelli che portano avanti la Chiesa, sono quelli che l’hanno sostenuta e la sostengono oggi. E oggi ce ne sono più dei primi secoli. I media non lo dicono perché non fa notizia, ma tanti cristiani nel mondo, oggi sono beati perché perseguitati, insultati, carcerati. Ce ne sono tanti in carcere, soltanto per portare il simbolo della croce o per confessare Gesù Cristo! Pensiamo a questi fratelli e sorelle che oggi, in numero più grande dei primi secoli, soffrono il martirio!”
Il Papa sprona spesso a pregare per loro e ricorda che nei primi secoli di storia della Chiesa un antico scrittore diceva: “Il sangue dei martiri è seme dei cristiani”
Nell’anno 2022 sono stati uccisi nel mondo 18 missionari e missionarie: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico. La ripartizione continentale evidenzia che il numero più elevato si registra in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari (7 sacerdoti e 2 religiose), seguita dall’America Latina, con 8 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa, 1 seminarista, 1 laico) e quindi dall’Asia dove è stato ucciso 1 sacerdote. Negli ultimi anni sono l’Africa e l’America ad alternarsi al primo posto di questa tragica classifica: dal 2011 al 2021 per 8 anni l’America e per 3 anni l’Africa (2018,2019,2021).
Dal 2001 al 2021 il totale dei missionari uccisi è di 526.
Le poche notizie sulla vita e sulle circostanze che hanno causato la morte violenta di questi 18 missionari/e ci offrono immagini di vita quotidiana, anche se in contesti particolarmente difficili, contrassegnati dalla violenza, dalla miseria, dalla mancanza di giustizia e di rispetto per la vita umana.
Spesso hanno condiviso la stessa sorte dei missionari anche altre persone che erano con loro. Sacerdoti uccisi mentre stavano andando a celebrare la Messa con la Comunità che guidavano, a spezzare quel pane e a consacrare quel vino che sarebbero stati alimento e vita per tanto fedeli. Una religiosa medico uccisa mentre era di guardia al centro sanitario della Diocesi, pronta a salvare la vita di altre persone, e chissà quante ne aveva già salvate in passato. Una suora uccisa durante un assalto alla missione: invece di pensare a mettere in salvo la propria vita , si è preoccupata di andare a verificare che quella delle ragazze ospitate nel dormitorio fosse al sicuro. Ancora un laico, un operatore pastorale, ucciso mentre andava verso la Chiesa, a guidare una Liturgia della Parola per i fedeli di quella zona, che non avevano un sacerdote residente.
Testimoni e missionari della vita, con la loro vita, che hanno offerto fino alla fine, totalmente, gratuitamente, per gratitudine.
25 Giugno 2023 – Non abbiate paura
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Nel Vangelo di questa domenica (cfr Mt 10,26-33) risuona l’invito che Gesù rivolge ai suoi discepoli a non avere paura, ad essere forti e fiduciosi di fronte alle sfide della vita, preavvisandoli delle avversità che li attendono. Il brano odierno fa parte del discorso missionario, con cui il Maestro prepara gli Apostoli alla prima esperienza di annuncio del Regno di Dio. Gesù li esorta con insistenza a “non avere paura”. La paura è uno dei nemici più brutti della nostra vita cristiana. Gesù esorta: “Non abbiate paura”, “non abbiate paura”. E Gesù descrive tre situazioni concrete che essi si troveranno ad affrontare.
Anzitutto, la prima, l’ostilità di quanti vorrebbero zittire la Parola di Dio, edulcorandola, annacquandola, o mettendo a tacere chi la annuncia. In questo caso, Gesù incoraggia gli Apostoli a diffondere il messaggio di salvezza che Lui ha loro affidato. Per il momento, Lui lo ha trasmesso con cautela, quasi di nascosto, nel piccolo gruppo dei discepoli. Ma loro dovranno dire “nella luce”, cioè apertamente, e annunciare “dalle terrazze” – così dice Gesù – cioè pubblicamente, il suo Vangelo.
La seconda difficoltà che i missionari di Cristo incontreranno è la minaccia fisica contro di loro, cioè la persecuzione diretta contro le loro persone, fino all’uccisione. Questa profezia di Gesù si è realizzata in ogni tempo: è una realtà dolorosa, ma attesta la fedeltà dei testimoni. Quanti cristiani sono perseguitati anche oggi in tutto il mondo! Soffrono per il Vangelo con amore, sono i martiri dei nostri giorni. E possiamo dire con sicurezza che sono più dei martiri dei primi tempi: tanti martiri, soltanto per il fatto di essere cristiani. A questi discepoli di ieri e di oggi che patiscono la persecuzione, Gesù raccomanda: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima» (v. 28). Non bisogna lasciarsi spaventare da quanti cercano di spegnere la forza evangelizzatrice con l’arroganza e la violenza. Nulla, infatti, essi possono contro l’anima, cioè contro la comunione con Dio: questa, nessuno può toglierla ai discepoli, perché è un dono di Dio. La sola paura che il discepolo deve avere è quella di perdere questo dono divino, la vicinanza, l’amicizia con Dio, rinunciando a vivere secondo il Vangelo e procurandosi così la morte morale, che è l’effetto del peccato.
Il terzo tipo di prova che gli Apostoli si troveranno a fronteggiare, Gesù la indica nella sensazione, che alcuni potranno sperimentare, che Dio stesso li abbia abbandonati, restando distante e silenzioso. Anche qui esorta a non avere paura, perché, pur attraversando queste e altre insidie, la vita dei discepoli è saldamente nelle mani di Dio, che ci ama e ci custodisce. Sono come le tre tentazioni: edulcorare il Vangelo, annacquarlo; seconda, la persecuzione; e terza, la sensazione che Dio ci ha lasciati da soli. Anche Gesù ha sofferto questa prova nell’orto degli ulivi e sulla croce: “Padre, perché mi hai abbandonato?”, dice Gesù. Alle volte si sente questa aridità spirituale; non ne dobbiamo avere paura. Il Padre si prende cura di noi, perché grande è il nostro valore ai suoi occhi. Ciò che importa è la franchezza, è il coraggio della testimonianza, della testimonianza di fede: “riconoscere Gesù davanti agli uomini” e andare avanti facendo del bene.
Maria Santissima, modello di fiducia e di abbandono in Dio nell’ora dell’avversità e del pericolo, ci aiuti a non cedere mai allo sconforto, ma ad affidarci sempre a Lui e alla sua grazia, perché la grazia di Dio è sempre più potente del male.
Papa Francesco, Angelus di domenica 21 giugno 2020