Vita Parrocchiale: 9 Aprile – 15 Aprile 2023
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 9 APRILE – Pasqua di Risurrezione
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30 – 10.30 – 12
– Nella chiesina del Palazzaccio alle ore 10
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18
Al termine di tutte le SS. Messe saranno benedette le uova pasquali - LUNEDÌ 10 APRILE – Lunedì detto “dell’Angelo”
– In Chiesa S. Messa alle ore 18.30 - MERCOLEDÌ 12 APRILE
– Alle ore 21, in Auditorium, incontro per le coppie in preparazione al Matrimonio
- GIOVEDÌ 13 APRILE
– Alle ore 16.30, in Auditorium, incontro culturale proposto dall’Associazione “La Finestra” con Marisa Cecchetti che presenta il poemetto “Questo ondulare della terra”. - SABATO 15 APRILE
– Dalle ore 10 alle 12, in Chiesa, Adorazione Eucaristica. In questo tempo i preti sono a disposizione per le Confessioni.
– Alle ore 15, all’Oratorio, incontro di catechismo per i di 3ª, 4ª e 5ª Elementare, e per i gruppi di 1ª e 2ª Media
– Alle ore 19, in Chiesa, S. Messa festiva - DOMENICA 16 APRILE – Domenica in Albis
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30 – 10.30 – 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18
– Alle ore 15.30, in Chiesa, Celebrazione del Battesimo
– Alle ore 15 Assemblea delle nostre Parrocchie cittadine al Real Collegio sul tema: “Una Chiesa nella città. Per un futuro da costruire insieme”. Sono invitati i membri del Consiglio Pastorale e chiunque voglia partecipare.
PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DELLA SANTA CASA DI LORETO
Sabato 17 e domenica 18 giugno 2023
La quota di partecipazione è di euro 118 a persona e comprende il viaggio in pullman e il soggiorno in albergo (dal pranzo del sabato a quello della domenica).
Le iscrizioni si ricevono in parrocchia entro il 30 aprile
CELEBRAZIONE DEL BATTESIMO
Domenica 16 aprile, alle ore 15.30, celebreremo il Sacramento del Battesimo.
La prossima celebrazione sarà domenica 4 giugno, festa della SS. Trinità.
Tutte le coppie che desiderano battezzare i loro figli sono invitate a contattare i preti.
In evidenza – 9 Gennaio 2023
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795Rimanete saldi nella fede
Testamento spirituale di Benedetto XVI scritto il 29 agosto 2006, poco più di un anno dopo la sua elezione a Papa
Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene. Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi.
La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.
Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria.
A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono.
Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!
Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede.
Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo. Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne.
A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.
Papa Benedetto XVI
9 Aprile 2023 – L’amore che sfida la notte
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Giotto – Resurrezione di Cristo
A partire dalla Domenica delle Palme abbiamo accompagnato Gesù nel suo affidamento alle mani del Padre; ci siamo fatti compagni di cammino di Giuda e con lui abbiamo riconosciuto di essere soltanto dei poveri uomini; ci siamo poi riconosciuti in Pilato per la cui indifferenza l’acqua del catino è sempre a temperatura giusta; ci siamo rivisti in Pietro, colui che riserva per sé sempre una via di sicurezza; ci siamo rispecchiati in Simone di Cirene che impara a seguire Gesù per amore dopo averlo fatto per forza; ci siamo riletti nella Veronica, il cui gesto di asciugare il volto dona una brezza di gratuità in un momento drammatico; ci siamo riconosciuti in Giovanni, l’amico che resta accanto anche quando l’altro dovesse toccare il livello più basso; ci siamo messi alla scuola di Maria per apprendere cosa significhi resistere continuando a mettere al mondo la vita quando tutto parla di morte. Forse siamo convinti che questo possa bastare per esprimere il nostro compianto nei confronti del Signore.
E invece no. A Pasqua ci è chiesto di accodarci al pellegrinaggio delle donne, non per visitare una tomba ma per incontrare il Risorto.
Troppe nostre notti sono senza memoria e senza attesa! Le attraversiamo non ricordando più ciò che Dio ha compiuto nelle grandi notti dell’umanità e perciò non attendendo più nulla se non che una pietra sigilli tutto, definitivamente.
Una sorta di pensiero magico ci fa ritenere che la gioia sia qualcosa che rimpiazzi o si sostituisca al dolore, magari cancellandolo o ignorandolo. La gioia che viene dalla Pasqua, invece, è la gioia che matura dentro il dolore del mondo. La Pasqua ci attesta che l’amore di Dio si manifesta proprio nell’ora del dramma per vie a noi sconosciute.
Abbiamo bisogno di accodarci al pellegrinaggio delle donne perché se il dolore che provano è grande, lo è altrettanto e ancor di più l’amore che fa loro sfidare la notte.
Le donne non si lasciano impietrire dal dolore ma cercano di vincerlo con gesti di pietà e di affetto. E non è ciò di cui abbiamo bisogno anche noi?
Credere nella Risurrezione non significa evitare la morte ma attraversarla e vincerla, non attraverso una riedizione della vita precedente, ma mediante l’ingresso nella vita stessa di Dio. Un anticipo di questo ingresso nella vita di Dio l’abbiamo già tutte le volte che amiamo qualcuno. Ripeterà San Giovanni: “noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita se amiamo i fratelli”.
Tutte le volte che qualcuno ha a cuore la vicenda di un altro, celebra la sua Pasqua perché esprime in questo modo ciò che un giorno vivremo in pienezza.
Don Paolo e don Francesco
augurano a tutti i parrocchiani una Pasqua serena,
nella gioia del Cristo Risorto.