Vita Parrocchiale: 19 Marzo – 25 Marzo 2023
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 19 MARZO- Quarta domenica di quaresima, memoria di San Giuseppe e Festa del papà.
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30, 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 17
– Alla S. Messa delle ore 10.30, benedizione dei papà - INCONTRI DI RIFLESSIONE BIBLICA NELLE FAMIGLIE
Inizio alle ore 21 nei seguenti giorni e luoghi:
* LUNEDÌ 20 MARZO – presso la chiesa del Palazzaccio e presso la casa di Lida Sebastiani in Via di Boboli n° 139.
* MARTEDÌ 21 MARZO – presso la casa di Rosangela Deghè in Via del Chiasso n° 327 e presso la casa di Marco Feliciano via Guami 52.
* MERCOLEDÌ 22 MARZO – presso Angela Donatiello, Via De Gasperi 279, scala E (Case Gescal). - MARTEDÌ 21 MARZO
– Alle ore 21, in Chiesa, prove del Coro
– Alle ore 21, sul Canale YouTube della Diocesi di Lucca riflessione sul tema: “Il tesoro della fede nella illegalità diffusa” - MERCOLEDÌ 22 MARZO
– Alle ore 21, nell’Auditorium, incontro per le coppie che si preparano al Matrimonio
- GIOVEDÌ 23 MARZO
– Alle ore 16, nell’Auditorium, l’Associazione La Finestra organizza un incontro con la Prof.ssa M. Pia Pieri presenta il libro “I giorni dell’ombra e della luce 1944-45 tra Barga e Nozzano”. - VENERDÌ 24 MARZO
– Alle ore 18.30, nella Chiesa dell’Arancio, Stazione Quaresimale per tutte le parrocchie della città.
- SABATO 25 MARZO
– Dalle ore 10 alle 12, in Chiesa, Adorazione Eucaristica. In questo tempo i preti sono a disposizione per le Confessioni.
– Alle ore 15, all’Oratorio, VIA CRUCIS con i gruppi del catechismo ed i loro genitori
– Alle ore 19, in Chiesa, S. Messa festiva durante la quale saranno benedette le mamme in attesa - DOMENICA 26 MARZO- Quinta domenica di quaresima
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30, 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 18 (ritorna l’ora legale)
Ogni mese, la nostra Parrocchia, deve pagare la rata del mutuo di 3.500 euro.
Aiuta la tua Parrocchia accreditando un’offerta mensile su questo conto corrente:Parrocchia di S. Anna
IBAN: IT84V0538713704000048010743
«SIGNORE DA CHI ANDREMO? IL TESORO DELLA FEDE»
Ogni martedì di Quaresima 2023 sul canale YouTube della diocesi, a partire dal 28 febbraio si terrà il ciclo di video-testimonianze “Signore da chi andremo? Il tesoro della fede”.
In evidenza – 18 Dicembre 2022
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795L’ALBERO E IL PRESEPE
L’albero e il presepe sono due segni che continuano ad affascinare piccoli e grandi.
L’albero, con le sue luci, ricorda Gesù che viene a rischiarare le nostre tenebre, la nostra esistenza spesso rinchiusa nell’ombra del peccato, della paura, del dolore. E ci suggerisce un’ulteriore riflessione: come gli alberi, così anche gli uomini hanno bisogno di radici. Poiché solo chi è radicato in un buon terreno, rimane saldo, cresce, “matura”, resiste ai venti che lo scuotono e diventa un punto di riferimento per chi lo guarda. Ma, cari, senza radici nulla di ciò avviene: senza basi salde si rimane traballanti. È importante custodire le radici, nella vita come nella fede. A questo proposito l’Apostolo Paolo ricorda il fondamento nel quale radicare la vita per restare saldi: dice di rimanere «radicati in Gesù Cristo» (Col 2,7). Ecco che cosa ci ricorda l’albero di Natale: essere radicati in Gesù Cristo.
E veniamo così al presepe, che ci parla della nascita del Figlio di Dio fattosi uomo per essere vicino a ciascuno di noi. Nella sua genuina povertà, il presepe ci aiuta a ritrovare la vera ricchezza del Natale, e a purificarci da tanti aspetti che inquinano il paesaggio natalizio. Semplice e familiare, il presepe richiama un Natale diverso da quello consumistico e commerciale: è un’altra cosa; ricorda quanto ci fa bene custodire dei momenti di silenzio e di preghiera nelle nostre giornate, spesso travolte dalla frenesia. Il silenzio favorisce la contemplazione del Bambino Gesù, aiuta a diventare intimi con Dio, con la semplicità fragile di un piccolo neonato, con la mitezza del suo essere adagiato, con il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono.
Radici e contemplazione: l’albero ci insegna le radici, il presepio ci invita alla contemplazione. Non dimenticare questi due atteggiamenti umani e cristiani.
E se vogliamo festeggiare davvero il Natale riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza, la piccolezza di Dio, che si fa piccolo, che non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla. E per incontrarlo bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, occorre farsi piccoli, lasciare ogni vanità, per arrivare dove Lui è. E la preghiera è la via migliore per dire grazie di fronte a questo dono d’amore gratuito, dire grazie a Gesù che desidera entrare nelle nostre case e nei nostri cuori. Sì, Dio ci ama così tanto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli, è al nostro fianco in ogni circostanza, nella gioia come nel dolore.
Anche nei momenti più brutti, Lui è lì, perché Lui è l’Emmanuele, il Dio con noi, la luce che illumina le oscurità e la presenza tenera che ci accompagna nel cammino.
Papa Francesco
19 Marzo 2023 – La storia del cieco nato
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795El Greco – Guarigione del cieco
Fece del fango con la saliva e spalmò il fango sugli occhi del cieco (Gv.9,6)
Attorno al gesto compiuto da Gesù sul cieco nato si muovono altri personaggi. In particolare i farisei e gli stessi genitori del cieco.
Ciò che gli è accaduto è solo l’inizio di un percorso che lo condurrà alla fede, ma non senza passaggi dolorosi. Il racconto è la controprova che il miracolo non produce nulla in chi non ha la fede in Gesù. Anzi, sembra addirittura accelerare l’indurimento del cuore (vedi i farisei e i genitori).
Siamo tutti ciechi nati in quanto nessuno di noi può raggiungere da solo la “luce” della fede. Se all’inizio c’è l’intervento di Dio, che ci raggiunge attraverso Gesù, è altrettanto vero che poi c’è un itinerario da compiere da parte nostra. Il cieco è un isolato, un emarginato ed è proprio da questa posizione di grande fragilità che egli è invitato a professare la propria fede.
Oggi, come 2000 anni fa, coloro che vengono alla fede si trovano davanti a truppe analoghe. Non è una “luce” comoda quella che li raggiunge: scandaglia le profondità del loro essere e nello stesso tempo entra in conflitto con le tenebre. C’è una lotta dunque che attende il discepolo. Egli non può rimanere neutrale: deve esporsi, e proprio questo diventa fragile. Lo salva la fiducia che egli ripone in Cristo, riconosciuto come il Signore e il salvatore della sua vita. Lo salva lo sguardo limpido e nuovo, che gli fa conoscere una nuova esistenza, l’esistenza dei figli di Dio.