Vita Parrocchiale: 26 Febbraio – 4 Marzo 2023
/0 Commenti/in Attività della settimana /da wp_10647795- DOMENICA 26 FEBBRAIO – Prima domenica di quaresima
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30, 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 17 -
Incontri di riflessione nelle famiglie
Gli incontri hanno inizio alle ore 21 con il seguente calendario:
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- LUNEDÌ 27 FEBBRAIO
– Presso la chiesina del Palazzaccio
– Presso la casa di Lida Sebastiani in Via di Boboli n° 139. - MARTEDÌ 28 FEBBRAIO
– Presso la casa di Rosangela Deghè in Via del Chiasso n° 327
– Presso la casa di Marco Feliciano in via Guami 52. - MERCOLEDÌ 1 MARZO
– Presso Angela Donatiello, Via De Gasperi 279, scala E (Case Gescal).
- LUNEDÌ 27 FEBBRAIO
- GIOVEDÌ 2 MARZO
– Alle ore 16, nell’Auditorium, l’Associazione La Finestra organizza un incontro con il Prof. Giovanni Macchia che presenta: “Lucca nei pellegrinaggi medievali” (con proiezione di immagini) - VENERDÌ 3 MARZO
– Alle ore 18.30, nella Chiesa di San Concordio, Stazione Quaresimale per tutte le parrocchie della città. - SABATO 4 MARZO
– Dalle ore 10 alle 12, in Chiesa, Adorazione Eucaristica. In questo tempo i preti sono a disposizione per le Confessioni.
– Alle ore 15, all’Oratorio, incontro di catechismo per i di 3ª, 4ª e 5ª Elementare, e per i gruppi di 1ª e 2ª Media
– Alle ore 19, in Chiesa, S. Messa festiva - DOMENICA 5 MARZO- Seconda domenica di quaresima
Orario SS. Messe:
– In Chiesa alle ore 8.30-10.30, 12
– Al Centro Parrocchiale alle ore 17
– Dalle ore 18 alle 22, all’oratorio incontro del Gruppo famiglie.
Lotteria di beneficenza di carnevale
Biglietti vincenti
1° Premio biglietto n° 310 – TV Samsung
2° Premio biglietto n° 2025 – Nintendo Switch
3° Premio biglietto n° 801 – Mixer ad immersione
4° Premio biglietto n° 1811 – Auricolari Bluetooth
5° Premio biglietto n° 453 – Buono spesa
6° Premio biglietto n° 1880 – Cesto gastronomia
In evidenza – 27 Novembre 2022
/0 Commenti/in In evidenza /da wp_10647795IMPARARE L’ARTE DELLA PACE
Lettera del nostro Vescovo Paolo per l’Avvento (Seconda parte)
La tentazione del “Si salvi chi può!”
Quando le cose vanno davvero male, è facile che la reazione di molti sia quella di pensare a se stessi e ai propri cari, disinteressandosi di tutti gli altri. “Si salvi chi può!” diventa lo slogan imperante, magari non apertamente dichiarato, ma purtroppo vistosamente praticato. In epoca di esasperato individualismo, la tendenza a pensare prima di tutto a se stessi risulta rafforzata e i legami con gli altri sono indeboliti; l’altro, per il fatto stesso di esistere, è mio avversario, poiché mi sottrae qualcosa di cui anch’io ho bisogno. A volte l’istinto di sopravvivenza e la violenza hanno più forza persino degli affetti più cari e delle relazioni più sacre (quanti femminicidi!).
Tutto questo è una grande illusione, perché salvarsi da soli non è possibile; anzi, tentare di farlo aggrava spesso i problemi. Come quando durante una catastrofe la gente, in preda al panico, non ascolta alcuna indicazione e i comportamenti disordinati che ne derivano pregiudicano la situazione per tutti. “Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni, l’illusione globale che ci inganna crollerà rovinosamente e lascerà molti in preda alla nausea e al vuoto. […] Il ‘Si salvi chi può’ si tradurrà rapidamente nel ‘Tutti contro tutti’, e questo sarà peggio di una pandemia” (FT,36).
A ben vedere, la guerra è l’espressione estrema e devastante di quella cinica ricerca dei propri interessi che, nel piccolo, tutti noi rischiamo di perseguire e che erode progressivamente la solidarietà. Con la guerra, alla fine tutti perdono, anche chi vince, anche chi si difende da un’aggressione: ogni conflitto, infatti, lascia dietro di sé una scia di distruzioni, morte e odio assai difficile da superare. Per non parlare della prospettiva nucleare, potenzialmente capace di cancellare intere popolazioni e di produrre guasti permanenti a livello ambientale.
“Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione?” (Francesco, Angelus, 2 ottobre 2022).
La promessa della pace
Le parole del profeta Isaia, che risuonano nella liturgia di Avvento e di Natale del ciclo A, sono state pronunciate in contesti molto simili a quello attuale: i contrasti e le guerre con le potenti nazioni vicine, la crisi economica e sociale della ricostruzione postesilica, l’indebolirsi dei legami di solidarietà tra la gente, una vita quotidiana lontana da Dio e dalla sua legge…
Nonostante tali circostanze, Isaia non cessa di esortare alla speranza: c’è un progetto di pace e di fratellanza al quale vale la pena affidarsi, poiché è garantito dall’Altissimo. “Le nazioni non impareranno più l’arte della guerra” (Is 2,4); “fuggiranno tristezza e pianto” (Is 35, 10) e la terra devastata sarà chiamata sposata (cf. Is 62, 4); il Re-Messia avrà il titolo di “principe della pace” (Is 9, 6).
La pace di cui parla Isaia – in ebraico shalòm – non è semplice assenza di guerra, ma una situazione di armonia con Dio, con se stessi, con i fratelli e con la creazione. È pienezza di vita per tutti! È il dono per eccellenza, che realizza l’universale desiderio di un mondo rinnovato. È qualcosa che risponde alle attese profonde del cuore di ogni uomo, più convincente di ogni propaganda, più affascinante di ogni ideologia. In questo Avvento, pertanto, siamo invitati ad aprire il cuore e la vita all’affidabile speranza di pace che viene da Dio.
Per di più, una Chiesa che crede nella pace, la persegue e la testimonia, come recita la IV Preghiera eucaristica per varie necessità, fa sì che “tutti gli uomini si aprano a una speranza nuova”.
(2a parte- Continua)
Leggi o scarica da qui la lettera completa
L’associazione La Finestra organizza il giorno 17 dicembre alle ore 17 presso l’auditorium un concerto natalizio del trio “Le Dolce Vita” che eseguirà alcuni pezzi tipici di Natale oltre a musica italiana anni ’70-’80.
La serata sarà aperta da un bambina, Matilde, che eseguita un pezzo iniziale.
Ingresso a offerta libera.
Per prenotarsi è possibile contattare il Presidente dell’associazione, Enzo Alfarano, al numero 334-9218430
26 Febbraio 2023 – Un angelo nel cielo delle nostre città
/0 Commenti/in Riflessioni /da wp_10647795Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (Mt 4,4)
Proviamo ad immaginare il Vangelo delle tentazioni di questa 1ª domenica di Quaresima nel contesto delle città in cui viviamo, aiutati da questo articolo di Emilio Ronchi pubblicato sul quotidiano Avvenire di giovedì 23 febbraio 2023.
Il diavolo portò Gesù nella metropoli, capitale della finanza e della moda. Lo pose in alto, sopra la guglia centrale del Duomo, e gli mostrò la città ai suoi piedi: il Castello, la Borsa, la cintura delle banche, lo stadio, le vie della moda. E c’era folla sul corso, turisti e polizia. Qualcuno dei mendicanti stringeva un cagnolino in grembo, forse per un po’ di calore, forse per attivare un briciolo di pietà. Sull’asfalto grigio, coriandoli e stelle filanti di carnevale, e la pioggia leggera di fine inverno. Qualcuno, occhi tristi e pelle scura, vendeva le ultime rose ai passanti . Guardando bene si vedevano anche quelli che si lasciavano andare: alla solitudine, alla vecchiaia, alla depressione, che si lasciavano morire di droga o di dolore.
Allora il diavolo disse a Gesù: “Tutto questo è mio! Tutto sarà tuo se ti inginocchi davanti a me!”. Signore, perché non gli hai dato del bugiardo? Dicendogli, e dicendo a noi, che non è vero, che non tutto è suo, che la città non è il suo regno, che ci sono giusti e bambini e innamorati e poeti. Lascia che ti mostri una cosa, Signore, proprio a Te che non hai reagito. Nella città, che il Nemico dice sua, ci sono luoghi dove per tutto il giorno si asciugano lacrime, dove donne e uomini intercedono per la città, la collegano al cielo, e altri che provano a fare del loro poco qualcosa che serva a qualcuno. Ci sono madri che danno la vita per i figli e gente onesta perfino nelle piccole cose; ci sono padri che trasmettono rettitudine ai figli e occhi diritti. C’è il grido del male, lo sento forte, e mi stordisce a giorni, ma più ancora c’è il silenzioso lievitare del bene. Signore, se guardi bene nella città che il diavolo dice sua, non c’è solo competizione, puoi incontrare la passione per la giustizia, il sottovoce dell’onestà, gente limpida senza secondi fini. E se vieni ancora un po’ più vicino, puoi incontrare anche me, perché ci sono anch’io e sono tra quelli che credono ancora nell’amore, e non si consultano con le loro paure ma con i sogni. Buttati, ti ha detto, verranno gli angeli a portarti sulle mani! Io lo so che verranno, quando con l’ultimo, con il più grande atto di fede, mi butterò in Te nel giorno della mia morte, fidandomi. Se c’è un angelo nel cielo sopra la mia città, chiedo che mi accompagni nell’ultimo viaggio, tenendomi per mano, perché ho un po’ paura, e mi dica in quell’ultimo tratto di cielo solo questo: “Vieni, hai tentato di amare, il tuo desiderio di amore era già amore”! Non chiedo altro, ma che lo dica con un sorriso.
Leggi l’articolo sul quotidiano Avvenire